Francia, droga la moglie e la fa stuprare: Dominique Pelicot sta male, processo rischia sospensione
L'attesissimo processo di Avignone nei confronti di Dominique Pelicot, 71 anni, accusato di aver drogato la moglie per quasi dieci anni allo scopo di farla stuprare da decine di sconosciuti reclutati su internet, rischia clamorosamente di essere messo a repentaglio.
L'imputato infatti non è comparso in aula, questa mattina 10 settembre, per alcuni "problemi addominali", come ha annunciato il presidente del tribunale penale di Vaucluse, Roger Arata. Il giudice ha ordinato un "trattamento d’urgenza" per determinare se il procedimento giudiziario può continuare, ma è tecnicamente possibile sospendere un processo in Francia se l'imputato è affetto da "gravi problemi di salute".
Già ieri il 71enne aveva chiesto di essere dispensato dall’udienza per motivi medici: "Soffre di dolori intestinali e di un’infezione urinaria da venerdì sera, ma non ha ricevuto alcuna cura", ha spiegato l’avvocata Béatrice Zavarro, che difende Pelicot.
L'uomo oggi avrebbe dovuto rendere la propria testimonianza; sarebbe stata la sua prima apparizione in aula da quando è cominciato il processo presso il tribunale penale di Vaucluse. Nonostante la sua assenza non sia passata inosservata, le dichiarazioni dell'investigatore della polizia Stephan Gal hanno comunque catalizzato l'attenzione dei media francesi,
L'agente è stato incaricato di parlare del primo gruppo di imputati. Identificati come “vicini di Mazan”, “un motociclista” o “ex militare”, sono apparsi tutti in vari filmati che Pelicot nascondeva nel proprio terrificante archivio digitale.
Alcuni hanno ammesso di sapere che la donna fosse incosciente al momento dei fatti, ma hanno confessato di “non potersi fermare”. Altri, invece, hanno affermato di ritenere che si trattasse di una relazione consensuale a causa delle precedenti conversazioni avute con Pelicot. Uno di loro, un ex militare, ha addirittura dichiarato di aver chiacchierato con la coppia per un'ora prima dell'inizio degli abusi.
In un video si sente uno degli uomini coinvolti, esclamare: "È pazzesco che non si svegli, è strano". Per l'accuso è chiaro che "l'imputato non poteva ignorare che" la vittima "dormisse profondamente, che fosse priva di sensi". Tutti gli imputati hanno comunque parlato di Dominique Pelicot come del “leader dell'orchestra” che organizzava gli incontri tramite Skype o l'applicazione Coco.