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Francia, deputati si rifiutano di stringere la mano al parlamentare del Rn: “Mai con l’estrema destra”

Durante l’elezione del presidente della nuova Assemblea nazionale francese, alcuni deputati del Nuovo Fronte Popolare hanno negato la stretta di mano al collega del Rassemblement national, incaricato di controllare le procedure di voto. “Mai con l’estrema destra”, hanno detto.
A cura di Giulia Casula
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Giovedì scorso si è tenuta l'elezione del presidente della nuova Assemblea nazionale francese, formatasi dopo il voto anticipato indetto da Emmanuel Macron. Al momento di depositare la propria scheda nell'urna della Camera bassa, diversi deputati appartenenti al Nuovo Fronte Popolare si sono rifiutati di stringere la mano al parlamentare del Rassemblement national, Flavien Termet, incaricato di vigilare sulla correttezza delle procedure elettorali.

In particolare, in un video pubblicato da François Piquemal, deputato de La France Insoumise, si vede il parlamentare del partito guidato da Jean-Luc Melenchon, mimare il gioco ‘carta-forbici-sasso" al momento della tradizionale stretta di mano. "Nelle urne come a sasso, carta, forbici, alla fine vince sempre il Nuovo Fronte Popolare", ha scritto Piquemal su X.

Simile la reazione del parlamentare Louis Boyard, che dopo aver depositato la sua scheda nell'urna, ha tirato dritto negando la stretta di mano al giovane lepenista. "Non stringiamo la mano all’estrema destra. Mai", si è giustificato su X. "Non stringo la mano ai deputati del RN fuori dall’Assemblea, non vedo perché dovrei farlo all’interno", si è accodato il deputato di LFI Antoine Léaument, rispondendo ai microfoni dell'emittente BFMTV.

Dopo tre turni è stata rieletta la macroniana Yaël Braun-Pivet è stata rieletta presidente, con 221 voti, contro i 207 ottenuti dal candidato del Nouevau Front Populaire, André Chassaigne, mentre il nome scelto dal RN, Sébastien Chenu è arrivato terzo. Il risultato del terzo scrutinio ha ribaltato l'esito del primo nel quale a essere in vantaggio era il l candidato della sinistra. Un'elezione resa possibile grazie a un accordo siglato tra i deputati di centro più vicini a Macron e quelli della destra conservatrice.

La nomina di una candidata macroniana alla carica di presidente dell'Assemblea nazionale francese, secondo alcuni, potrebbe  allontanare le chance il Nuovo Fronte Popolare di governare. La coalizione di sinistra, pur essendo uscita vittoriosa dai ballottaggi del 7 luglio, non ha ottenuto la maggioranza assoluta necessaria per insediarsi a Palazzo Matignon e ora il Paese rischia di essere consegnato all'instabilità.

Alcuni esponenti di LFI hanno messo in discussione la legalità del voto e anche il rivale di sinistra Chassaigne ha parlato di"un voto rubato" da "un'alleanza innaturale" tra i macroniani e la destra. La presidente rieletta, invece, si è appellata ai colleghi deputati perché mostrino "comprensione e cooperazione nei confronti di questa nuova legislatura". Nel suo primo discorso dopo l'elezione ha dichiarato: "abbiamo una immensa responsabilità. Non abbiamo scelta: dobbiamo essere d'accordo, dobbiamo cooperare, dobbiamo essere in grado di cercare compromessi. Dobbiamo – ha proseguito – fornire nuove soluzioni" da trovare "con nuovi metodi" all'interno di "un'Assemblea nazionale forse più che mai rappresentativa dei francesi", ha concluso.

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