Francia, c’è un uomo che ha emulato Dominique Pelicot e lo ha invitato e violentare sua moglie
In Francia c’è un uomo che, dopo aver conosciuto sui siti per scambisti Dominique Pélicot, l’ex agente di commercio accusato di aver drogato e fatto violentare sua moglie da decine di persone, lo ha emulato invitandolo anche a violentare sua moglie. La nuova agghiacciante storia arriva dal processo in corso al tribunale penale di Vaucluse ad Avignone per le violenze sull’ex moglie di Pelicot, Gisèle, stuprata per anni a sua insaputa nella casa di famiglia a Mazan.
Protagonista dell’ennesima storia di violenza è il 63enne Jean-Pierre M., uno dei cinquanta uomini di età compresa tra 26 e 74 anni che sono imputati nello stesso processo con il 71enne Dominique Pélicot. Il suo è un caso però decisamente particolare perché è anche l’unico imputato che non è sotto processo per lo stupro di Gisele Pelicot ma per aver emulato Dominique Pelicot e per aver violentato la sua compagna, con l'aiuto dello stesso 71enne.
Il 63enne ha applicato sulla moglie la tecnica appresa da Pélicot
Il suo caso è una sorta di processo nel processo che ha fatto emergere un giro di violenze altrettanto terribili. Per l’accusa, infatti, il 63enne ex camionista avrebbe a sua volta drogato la moglie per violentarla alla presenza di altri e farla violentare dal 71enne, modellando sulla propria consorte ignara la stessa tecnica appresa da Pélicot.
Per l’accusa sarebbe stato incoraggiato e persino manipolato dal 71enne che gli avrebbe fornito gli stessi medicinali che usava per drogare la moglie Gisèle. La moglie del 63enne sarebbe stata stordita con ansiolitici e quindi violentata dal marito e fatta violentare. Il tutto immortalato in foto e video, ancora una volta allo stesso modo di Dominique Pelicot, che ha conservato con cura i ricordi delle aggressioni sessuali subite da sua moglie.
Pelicot avrebbe partecipato agli stupri
Sono almeno dodici gli episodi di stupro che sono stati registrati dagli investigatori nei confronti della donna partner dell’uomo che sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2020 nella loro casa nel dipartimento della Drôme, a una cinquantina di chilometri da Mazan. Ad almeno dieci di questi avrebbe partecipato lo stesso Dominique Pelicot. “Riconosco i fatti”, ha dichiarato Jean-Pierre M a inizio processo quando ha parlato da detenuto in carcere.
La moglie dell’uomo, che non si è costituita parte civile, mercoledì ha testimoniato in Tribunale dicendosi “devastata” da quanto scoperto. “È inconcepibile che lo abbia fatto. Era una persona meravigliosa. Ci ha distrutto. Sto aspettando la verità, che mi dica perché è caduto in questa situazione. Perché lo ha fatto? Andavamo d'accordo. Non ci sono state discussioni. Non c'era niente. È incomprensibile” ha dichiarato la donna, raccontando che in una occasione si era svegliata, poiché il marito le aveva somministrato una dose di ansiolitico troppo bassa, trovando in camera da letto un uomo che era scappato.
“Mi sono svegliata di soprassalto e ho visto un uomo in camera"
“Mi sono svegliata di soprassalto, ho visto un uomo in piedi contro la finestra con una lampada e mio marito accanto a me. Non ho fatto in tempo ad alzarmi ed è scappato. Gli sono corsa dietro e ho chiesto a mio marito cosa fosse accaduto ma lui mi ha detto che voleva solo vedere la mia biancheria intima. Ero vestita, niente lasciava intendere cosa fosse successo” ha racconto la vittima.
L'interrogatorio di Jean-Pierre M., previsto per giovedì, non ha potuto svolgersi a causa dell'assenza per motivi medici di Dominique Pelicot, che forse potrebbe ripresentarsi in aula lunedì. "Gli ho parlato mercoledì mattina e si contorceva dal dolore. Speriamo tutti che il mio cliente sia presente lunedì o martedì", ha affermato la legale dell’uomo, aggiungendo: “Non può esserci processo senza la presenza di Dominique Pelicot ma l'imputato è in attesa del processo e vuole parlare e confrontarsi con sua moglie e i suoi figli".