Francia, cade il governo di Barnier: passa la mozione di sfiducia della sinistra, votata pure da Le Pen
Il governo di Michel Barnier è durato soltanto tre mesi: nominato il 5 settembre, Barnier è stato sfiduciato da 331 deputati su 574. La maggioranza era fissata a 289. La mozione di sfiducia della gauche – l'alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare nata a giugno, quando Macron sciolse le Camere e annunciò elezioni anticipate – votata anche dall'estrema destra di Marine Le Pen, insieme ai seguaci dell'ex Républicains Eric Ciotti, è appena passata in Assemblée Nationale.
Si tratta del secondo governo della Quinta repubblica francese rovesciato da una mozione di sfiducia dopo quello di Georges Pompidou nel 1962. Il governo, che lunedì si era impegnato ai sensi dell'articolo 49, paragrafo 3 della Costituzione, a far approvare senza votazione il bilancio della previdenza sociale, è stato quindi rovesciato. Barnier, in carica da appena tre mesi, è ora costretto a presentare le sue dimissioni, e quelle del suo governo, al presidente Emmanuel Macron.
Il presidente francese, appena rientrato dall'Arabia Saudita dove era in visita di stato, intende nominare un successore a stretto giro. Il voto di oggi fa precipitare il Paese in un periodo di forti incertezze politiche e finanziarie, sei mesi dopo le elezioni anticipate.
L'annuncio è stato dato in Assemblée Nationale dalla presidente dei deputati Yael Braun-Pivet. Mathilde Panot, capogruppo de La France Insoumise, ha preso immediatamente la parola davanti alle telecamere, affermando che "Macron se ne deve andare" e che il partito di Jean-Luc Mélenchon è pronto ad "andare al potere con un programma di rottura" con il passato.
"Abbiamo fatto una scelta di responsabilità sfiduciando il governo. Non potevamo lasciar passare un bilancio con 40 miliardi di euro di tasse aggiuntive, in un Paese che ha già il record di detrazioni obbligatorie. Michel Barnier non è riuscito a integrare la nuova situazione politica risultante dalle elezioni legislative", ha scritto su X il presidente di Rassemblement National Jordan Bardella.
Marine Le Pen ha detto che "lascerà lavorare" il prossimo premier a una manovra finanziaria "accettabile per tutti". Con toni moderati in tv, ha spiegato che la caduta di Barnier "non è una vittoria", aggiungendo che ha "fatto la scelta di proteggere i francesi". "Non c'era altra soluzione", ha detto. Secondo lei, "Michel Barnier non ha ascoltato le opposizioni quando metteva a punto la sua manovra".
"L'immenso amore che ho per la Francia mi ha sempre reso tutto facile, anche se costretta a unire i miei voti con quelli de La France Insoumise", ha spiegato.
La leader dei deputati del Rassemblement national, intervenendo prima del voto di sfiducia al governo, aveva dichiarato: "Eccoci al momento della verità che mette fine a un governo effimero. È tra le sue fila che l'intransigenza, il settarismo e il dogmatismo hanno impedito al primo ministro di fare la minima concessione, che avrebbe evitato questo risultato".
Prima di lei aveva preso la parola il deputato del Nuovo Fronte Popolare, Éric Coquerel, parlando di un "fallimento annunciato e amaro" per l'esecutivo, anche se "il vero responsabile di questa situazione è Emmanuel Macron".
"Signor Primo Ministro, oggi facciamo la storia: lei perché sarà l'unico premier ad essere sfiduciato dal 1962; io perché porto questa mozione di censura", aveva dichiarato.
Cosa succede adesso
Poco fa 331 parlamentari, ben oltre la soglia della maggioranza assoluta richiesta, hanno sfiduciato Barnier, il premier in carica da appena tre mesi. Ora, in osservanza dell'articolo 50 della Costituzione, Barnier risulta automaticamente dimesso e dovrà rimettere il mandato al presidente della Repubblica. Il nodo della controversia era la proposta di legge sulla previdenza sociale per il 2025, che secondo l'Nfp avrebbe determinato tagli troppo pesanti a fronte dell'aumento delle tasse. A questo punto il disegno di legge risulta respinto.
La sinistra radicale, La France Insoumise, attraverso la presidente del gruppo parlamentare Mathilde Panot, ha chiesto ancora una volta a Emmanuel Macron di lasciare, invocando "elezioni presidenziali anticipate". "L'inevitabile censura è arrivata per Barnier in tre mesi, e Macron non durerà tre anni", ha aggiunto su X il leader della formazione di sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon.
Il presidente Macron non intende però fare un passo indietro. Secondo quanto annunciato dall'Eliselo, domani, alle 20, parlerà ai francesi. L'entourage del capo dello Stato non ha fornito dettagli su quando verrà nominato il nuovo primo ministro. Risulta annullata anche la visita in Italia di Michel Barnier. L'ormai ex premier francese avrebbe dovuto incontrare domani la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e, venerdì 6, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Le reazioni
"Barnier ha presentato una Legge di Bilancio in stile-Monti che non serviva alla Francia e ai francesi. La sfiducia è anche il frutto di sette anni di malgoverno arrogante di Macron che ha fatto di tutto per impoverire e ferire il suo popolo. Gli amici Le Pen e Bardella hanno scelto un atto d'amore per il proprio Paese", ha commentato il vicepremier Matteo Salvini.
"L'estrema destra e l'estrema sinistra di Le Pen preferiscono saltare nel vuoto, portando con sé il destino della Francia e del popolo francese. Questo è un comportamento irresponsabile. Apprezziamo molto il lavoro svolto da Michel Barnier e dai Republicani. Solo loro possono portare la stabilità di cui la Francia ha bisogno", ha scritto il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber su X.