Francia, 218 candidati si ritirano: con le desistenze maggioranza assoluta più lontana per Le Pen e Bardella
In Francia la sinistra del Nuovo Fronte Popolare e il centro di Macron, provano ad arrestare l'avanzata dell'estrema destra, cercando di evitare che il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella ottenga la maggioranza assoluta, fissata a 289 seggi sui 577 dell'Assemblea Nazionale, in vista del secondo turno delle elezioni legislative anticipate, di domenica 7 luglio, indette dopo la pesante sconfitta subita per mano del partito di Le Pen alle elezioni europee.
L'alleanza dell'estrema destra ha vinto il primo turno col 33,15%. Ensemble, la lista della maggioranza presidenziale uscente, ferma al 20,4%, col presidente Macron che si prepara alla coabitazione, con Jordan Bardella nominato premier. La sinistra unita nel Nuovo Fronte Popolare della gauche ha toccato invece il 28%.
Alle 18, ora fissata come termine per la presentazione delle liste in Francia, sono state 218 le ‘desistenze', così chiamati in gergo i ritiri delle candidature per evitare che si disperdano voti al secondo turno, in funzione anti-Rassemblement National. Saranno dunque circa 90 i ‘triangolari' (oltre ai primi due candidati più votati un terzo candidato ha la possibilità di presentarsi). Il dato è stato confermato anche da un conteggio effettuato da Le Monde e BFMTV prima della fine della presentazione delle candidature.
L’alta affluenza alle urne, oltre il 65%, ha spianato la strada alle sfide ‘triangolari'. Nella giornata di eri, nelle 306 sfide ‘triangolari' possibili, si contavano già più di 170 ‘desistenze'. Il numero di triangolari si è così ridotto a un terzo rispetto alle 306 previste dopo il primo turno di domenica. Dei 218 candidati che hanno rinunciato, 130 appartengono alla sinistra del Nuovo Fronte Popolare, 82 dei macronisti e del centro uniti nell'etichetta Ensemble, 2 dei Républicains, 3 del Rassemblement National e uno delle liste indipendenti. Per il Rn, la battaglia per ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi è ora molto più difficile e la strada in salita. Fra gli ultimi a rinunciare ufficialmente, la sottosegretaria Patricia Mirallès e il deputato del gruppo macronista Gilles Le Gendre.
Al primo turno di queste legislative anticipate, lo scorso 30 giugno, sono stati 76 i deputati eletti subito, fra cui 39 del Rassemblement National e 32 del Nuovo Fronte Popolare. Dunque le sfide aperte per il secondo turno sono 501: potenzialmente 306 di queste sarebbero state triangolari ma, alla luce delle ‘desistenze', di sfide a 3 secondo i calcoli ne restano circa 90.
Non sono mancate le polemiche, per quei candidati del blocco macroniano che hanno voluto fare dei distinguo e non si sono fatti indietro in virtù del ‘ni ni', né RN né LFI, La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, che accusano di estremismo. Le Pen si è scagliata contro le ‘desistenze', definendole, insieme alle indicazioni di voto, "il peggior tipo di disprezzo per gli elettori". E ha alzato i toni accusando Macron di un "colpo di Stato amministrativo".
L'analisi del costituzionalista Stefano Ceccanti
"Il numero di 218 desistenze rilevato da Le Monde è impressionante – ha commentato il costituzionalista Stefano Ceccanti – anche perché bisogna tenere conto che in non pochi collegi il candidato del Fn non è arrivato primo. Accanto al numero assoluto di 218 Le Monde ci fa notare due altri dati molto rilevanti: ben 153 casi di desistenza si riferiscono a collegi dove il candidato lepenista è in testa e dove quindi il ribaltamento diventa possibile; ma soprattutto nei collegi dove il lepenista è in testa non hanno desistito solo 4 candidati centristi, 6 di centrodestra e 1 di sinistra. Una spinta ‘repubblicana’ oltre le aspettative".
"Di conseguenza con questi numeri, a parità di altri importanti fattori oggi non stimabili (le desistenze convinceranno gli elettori del primo turno a riportare i voti contro il candidato alternativo a quello lepenista? Verranno a votare al turno decisivo elettori che non avevano votato al primo?), possiamo dire che stasera lo scenario di una maggioranza assoluta lepenista sembra meno concreto. Bisognerà anche vedere che cosa accadrà in questi ultimi giorni di campagna".