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Francia, 15enne si suicida in camera da letto: era da mesi vittima dei bulli a scuola

La tragedia a Poissy, cittadina alle porte di Parigi: è stata la madre del giovane a fare la tragica scoperta, ed è stata sempre la donna a denunciare che il figlio aveva di recente subito atti di bullismo da parte dei coetanei.
A cura di Davide Falcioni
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Nicholas, un ragazzo francese di 15 anni, è stato trovato morto impiccato nella sua camera da letto. È accaduto all'inizio di settembre a Poissy, cittadina alle porte di Parigi: è stata sua madre a fare la tragica scoperta, ed è stata sempre la donna a denunciare che il figlio aveva di recente subito atti di bullismo da parte dei coetanei.

Stando a quanto riportano i media francesi il giovane ha frequentato un liceo professionale di Poissy fino a giugno; la scorsa estate, invece, d'accordo con i genitori si era iscritto in un'altra scuola nel 14° arrondissement di Parigi. Il ragazzo, infatti, era stato ripetutamente vittima di molestie scolastiche tanto che nel 2022 il padre e la madre avevano sporto denuncia alla polizia. Non solo: dal momento che gli atti di bullismo non sono mai cessati l'uomo e la donna ad aprile 2023 avevano allertato il dirigente scolastico, segnalando che non erano mai stati presi provvedimenti contro due adolescenti accusati di aver compiuto le violenze verso Nicholas: "È inaccettabile che lei lasci che un adolescente subisca violenze verbali e psicologiche nella sua scuola senza reagire in nessun modo. Per questo sporgeremo denuncia e la riterremo responsabile se a nostro figlio dovesse accadere qualcosa di grave", scrivevano il padre e la madre del 15enne.

Il dirigente scolastico aveva risposto con un'altra lettera il 20 aprile assicurando che negli ultimi 40 giorni ("dal 10 marzo") non erano stati segnalati episodi preoccupanti, e che in ogni caso erano stati convocati i due presunti bulli. Ben più inquietante, invece, la lettera indirizzata al padre e alla madre di Nicholas da parte del rettorato di Versailles. "Avete messo in discussione le funzioni e minacciato di sporgere denuncia contro i dirigenti della scuola professionale (…) Avete criticato questi ultimi per la loro passività di fronte alle presunte molestie subite da tuo figlio". Non solo: nella sua missiva il rettorato aveva menzionato l'articolo del codice penale che punisce le denunce diffamatorie, ricordando che sono punibili con cinque anni di reclusione e una multa di 45.000 euro. I genitori erano stati invitati “ad assumere d'ora in poi un atteggiamento costruttivo e rispettoso nei confronti dei membri della comunità educativa”.

Pochi mesi dopo il suicidio di Nicholas. Un epilogo che avrebbe potuto essere evitato, probabilmente, se fosse stata prestata maggiore attenzione alle denunce dei genitori.

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