Frana travolge sei villaggi in Papua Nuova Guinea. L’ONU: “Almeno 670 morti”
Almeno sei villaggi sono stati sommersi da un’enorme frana che si è distaccata due giorni fa, venerdì 24 maggio, da un’area montuosa della Papua Nuova Guinea. E il bilancio, ancora provvisorio, è drammatico: Serhan Aktoprak, capo missione dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ha stimato che le vittime potrebbero essere non meno di 670, numero emerso considerando che non meno di 150 abitazioni sono state completamente distrutte.
Il disastro si è verificato intorno alle 3 di notte di venerdì nella provincia di Enga, nel centro del paese. Un funzionario locale, Steven Kandai, ha confermato che ci vorranno giorni o addirittura settimane per un bilancio definitivo delle vittime. Il governatore della provincia Peter Ipatas ha affermato che "più di sei villaggi sono stati travolti dalla frana", parlando di "catastrofe naturale senza precedenti". I servizi di emergenza presenti nelle vicinanze dell'area del disastro sono ostacolati dal terreno accidentato e dai danni che le strade principali hanno subito, mentre alcune zone dell'area interessata sono accessibili solo per via aerea, dunque con gli elicotteri.
Lo smottamento, con tutta probabilità causato dalle forti piogge che hanno colpito la zona nelle ultime settimane, ha distrutto bestiame, raccolti e fonti di acqua potabile nell'area, ma soprattutto ha sepolto moltissime case negli altopiani di Enga, nel nord dell'isola nel Pacifico sud-occidentale.
Nella zona dove si è verificata la tragedia vivono quasi 4mila persone, ma secondo l'agenzia il numero di uomini, donne e bambini coinvolti è "sicuramente più alto" a causa dell'afflusso di persone in fuga dai conflitti tribali nelle aree vicine. La stessa fonte teme inoltre che anche altri villaggi che si trovano nella zona montagnosa potrebbero essere a rischio.