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Foley, l’ultima email dell’Isis agli Usa: “Siamo assetati del vostro sangue”

Un “messaggio al governo Usa e al suo popolo di cittadini-pecore”. E’ quello inviato dai terroristi islamici, una settimana prima della diffusione del filmato della decapitazione del giornalista USA.
A cura di Biagio Chiariello
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"Quanto a lungo la pecora seguirà il pastore cieco?”. Lo aveva chiesto l'Isis nell’ultima mail inviata alla famiglia del reporter James Foley prima della sua decapitazione. Il video della terribile esecuzione è stato diffuso il 19 agosto. Ieri, il Global Post, testata con la quale collaborava il giornalista americano, ha diffuso il testo della mail. E' un "messaggio al governo Usa e al suo popolo di cittadini-pecore". Poi le minacce:" Voi e i vostri cittadini pagherete il prezzo dei vostri bombardamenti, siamo assetati del vostro sangue". I terroristi dello Stato Islamico  avvertono che ora le loro "spade sono sguainate" e non si fermeranno "fino a quando non avremo placato la nostra sete del vostro sangue". La mail continua così: "Vi abbiamo lasciati stare sin dalla vostra vergognosa sconfitta in Iraq". E ancora: "la feccia della vostra società che viene tenuta prigioniera da noi ha tentato di entrare nella tana del leone ed è stata divorata". "Vi sono state date molte occasioni di negoziare il rilascio della vostra gente, con transazioni finanziarie, come altri governi che hanno accettato".

La richiesta di riscatto dell'Isis: 100 milioni di euro per Foley

Nel post in cui da notizia della mail, il Global Post evidenzia come, dopo il rapimento di Foley, l’Isis non si sia fatta sentire per oltre un anno. Il primo messaggio dei rapitori è arrivato il 26 novembre 2013, con una richiesta di denaro. Dopo aver inteso che i familiari avevano capito da chi proveniva la rivendicazione, è giunta una sola richiesta di 100 milioni di euro o il rilascio di prigionieri non precisati da parte degli Usa. "Ora siete tornati nuovamente a bombardare i musulmani in Iraq, questa volta con attacchi aerei e ‘eserciti per procura', rimanendo in maniera codarda lontano da un faccia a faccia", scrivono ancora i rapitori, che si dicono "assetati del vostro sangue", e affermano infine che "voi e i vostri cittadini pagherete il prezzo dei vostri bombardamenti. Il primo dei quali sarà il sangue del cittadino americano James Foley! Sarà eseguita la sua esecuzione, come un risultato diretto delle vostre trasgressioni nei nostri confronti".

Ecco come hanno torturato il reporter americano

"Una fu crocifisso a una parete". I jihadisti dello Stato Islamico lo trattavano "in modo più duro" rispetto agli altri ostaggi, "per il fatto che fosse americano era preso di mira dagli aguzzini, era picchiato più forte, era come un capro espiatorio". A raccontarlo a ‘Europe 1 Radio' e alla Bbc sarebbero stati due ex prigionieri, tenuti in ostaggio assieme al giornalista decapitato. Tra loro Nicolas Henin, francese cheha  trascorso 7 mesi in Siria insieme a Foley. Secondo l'ex rapito, nonostante le torture fisiche e psicologiche, il giornalista è sempre rimasto "imperturbabile".

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