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Focolaio Covid nella fabbrica cinese che produce iPhone: lavoratori in fuga temendo lockdown

Panico nello stabilimento della Foxconn, la più grande fabbrica di assemblaggio di iPhone della Cina, dopo la scoperta di un focolaio Covid tra i dipendenti: molti sono fuggiti scavalcando le recinzioni e portando via i propri effetti personali per paura di rimanere bloccati all’interno.
A cura di Ida Artiaco
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Fuga di massa con decine di persone che hanno scavalcato le recinzioni per paura di restare intrappolate in caso di lockdown anti Covid. Sono incredibili le immagini che arrivano dalla Cina, nello specifico da Zhengzhou, capitale della provincia di Henan, dove un focolaio di Coronavirus è scoppiato all'interno della Foxconn, la più grande fabbrica di assemblaggio di iPhone di tutto il Paese.

Alla notizia, centinaia di lavoratori, su un totale di circa 200mila, hanno sfondato un blocco e si sono precipitati fuori dalla struttura, scavalcando le recinzioni dello stabilimento e trasportando i loro effetti personali. Alcuni hanno camminato per ore a piedi per raggiungere casa. Un numero imprecisato di altri dipendenti, come riporta il quotidiano inglese The Guardian, era stato messo già in quarantena dopo che era stato scoperto il cluster, a metà ottobre.

"Siamo stati chiusi il 14 ottobre, abbiamo dovuto fare infiniti test PCR e indossato sempre mascherine FFP2", ha detto Yuan, nome di fantasia di un dipendente dello stabilimento, alla Reuters.

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Intanto, anche le città vicine allo stabilimento elaborano piani per isolare i lavoratori che stanno tornando dalle proprie famiglie. Alcuni centri come Yuzhou, Changge e Qinyang, hanno esortato i lavoratori della Foxconn a presentarsi alle autorità locali prima di tornare a casa. La decisione rientra nell'ambito della politica "zero Covid" che la Cina sta perseguendo dall'inizio dell'emergenza sanitaria.

Per le aziende con grandi sedi di produzione come Foxconn, ciò significa mantenere migliaia di lavoratori in loco nei cosiddetti sistemi "a circuito chiuso" per mantenere in funzione le loro linee di produzione ed evitare la diffusione del contagio.

L'azienda non ha reso noto il numero dei lavoratori contagiati, né il numero di quelli che sono partiti, ma ieri ha detto che non impedirà a nessuno di lasciare la struttura. Già il 19 ottobre scorso, Foxconn ha vietato tutti i pasti nelle mense e ha richiesto ai lavoratori di consumarli nei propri dormitori. Allo stesso tempo, hanno fatto sapere dalla fabbrica, "per i dipendenti che vogliono tornare a casa, lo [stabilimento] sta collaborando con il governo per organizzare i veicoli che possano accompagnarli a partire da oggi". Sempre in una dichiarazione di ieri, riportata da Global Times, si sottolinea che "finora non si sono verificate infezioni gravi nel polo di Zhengzhou e l'epidemia è sotto controllo".

Ma la situazione è preoccupante non solo dal punto di vista sanitario, ma anche da quello economico. Secondo Reuters, che cita una fonte anonima, la produzione di iPhone nella gigantesca fabbrica della Foxconn di Zhengzhou, uno degli stabilimenti più grandi al mondo che assembla quasi tutti gli smartphone della Apple a livello globale, potrebbe subire un crollo fino al 30%.

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