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Finlandia, allarme per il gasdotto sottomarino: “Il Baltic Connector è stato sabotato”

Il governo finlandese sospetta che il Baltic Connector, gasdotto sottomarino che collega la Finlandia con l’Estonia, possa essere stato sabotato come avvenuto circa un anno fa con il Nord Stream 2.
A cura di Davide Falcioni
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Il governo finlandese sospetta che il Baltic Connector, gasdotto sottomarino che collega la Finlandia con l’Estonia, possa essere stato sabotato come avvenuto circa un anno fa con il Nord Stream 2. Tre giorni fa infatti nella tubatura è stato registrato un "inusuale" e "drastico" calo di pressione che ha imposto alla società che controlla l’infrastruttura di arrestare i flussi. La successiva ispezione ha localizzato la perdita in acque finlandesi. L’ipotesi ritenuta più credibile dal governo di Helsinki, che ha tenuto una conferenza stampa nel pomeriggio di ieri, è che si sia trattato di un atto deliberato.

Il presidente finlandese Sauli Niinistö ha spiegato i dettagli di quanto potrebbe essere accaduto insieme al ministro per la difesa Antti Häkkänen. Niinistö ha dichiarato che il danneggiamento del gasdotto e di un cavo per le telecomunicazioni potrebbe essere stato causato da "attività esterne" e così le compagnie Gasgrid e Elering hanno interrotto il flusso di gas. "Il danno alle infrastrutture sottomarine è stato preso sul serio e le cause sono oggetto di indagine da domenica”" ha dichiarato Niinistö. "L'origine del danno non è ancora chiara e le indagini proseguono in collaborazione tra Finlandia ed Estonia". Non è stato rivelato chi potrebbe aver effettuato il sabotaggio.

Niinistö ha spiegato di essere in contatto con alleati e partner, tra cui il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. "La Nato è pronta ad assistere le indagini", ha dichiarato. "La Nato condivide informazioni ed è pronta a sostenere gli alleati", ha scritto su X il numero uno dell'Alleanza Atlantica. Le notizie arrivate dal Paese baltico hanno immediatamente fatto accelerare il prezzo del gas in Europa: i future Ttf balzano sul mercato di Amsterdam chiudendo con un rialzo del 12,5% a oltre 49 euro al megawattora, con il guasto che riaccende i timori sulla sicurezza delle infrastrutture energetiche in Europa, a poco più di un anno di distanza dall’esplosione che ha danneggiato il Nord Stream.

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