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Finanziere miliardario Thomas Lee trovato morto nel suo ufficio con ferita da arma da fuoco

Lee, che secondo Forbes aveva un patrimonio di oltre 2 miliardi di dollari al momento della sua morte, era nel mondo della finanza dagli anni ’70 quando aveva fondato la sua omonima società.
A cura di Antonio Palma
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Sarà una indagine a capire cosa sia accaduto a Thomas Lee, finanziere miliardario statunitense trovato senza vita nelle scorse ore nel suo ufficio di New York con una ferita da arma da fuoco. La tragedia scoperta giovedì poco dopo le 11 ora locale, il pomeriggio in Italia, quando un assistente è entrato nell’ufficio della società e ha trovato il 78enne esanime. Per Lee inutili i successivi soccorsi medici che hanno solo potuto accertarne il decesso.

Secondo indiscrezioni, non confermate ufficialmente, il miliardario sarebbe morto per una ferita da arma da fuoco autoinflitta in circostanze ancora tutte da chiarire. La famiglia, tra cui moglie e cinque figli, mantiene il massimo riserbo così come la polizia. Una dichiarazione dell'amico di famiglia e portavoce Michael Sitrick spiega: "Mentre il mondo lo conosceva come uno dei pionieri nel settore del private equity e un uomo d'affari di successo, noi lo conoscevamo come un devoto marito, padre, nonno, fratello, amico e filantropo che anteponeva sempre i bisogni degli altri ai suoi”

Lee, che secondo Forbes aveva un patrimonio di oltre 2 miliardi di dollari al momento della sua morte, era nel mondo della finanza dagli anni ’70 quando aveva fondato la sua omonima società a Boston ma era noto soprattutto per l'affare Snapple, la società di bevande che aveva acquisito nel 1992 rivendendola due anni dopo a un concorrente a oltre trenata volte il prezzo di acquisto. Per anni è stato attivo nell’acquisizione di medi e piccoli gruppi da rilanciare e rivendere

Lee si era dimesso dalla sua azienda nel 2006 a causa di disaccordi con i suoi dirigenti ma era rimasto nell’ambiente e soprattutto aveva continuano la sua opera di filantropo a New York City. Era stato ad esempio amministratore fiduciario di importanti organizzazioni artistiche di New York City come il Lincoln Center for the Performing Arts e il Museum of Modern Art ma aveva dato soldi anche alle università per borse di studio. Amava dire: "Sono stato fortunato a fare un po' di soldi. Sono più che felice di restituirne un po’”.

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