Filippine, arrestato l’ex presidente Rodrigo Duterte per crimini contro l’umanità nella lotta al narcotraffico

È stato arrestato l'ex presidente filippino Rodrigo Duterte con l'accusa di crimini contro l'umanità per la sua campagna contro il narcotraffico costata la vita a migliaia di persone. L'arresto è avvenuto dopo l'indagine della Corte penale internazionale (Cpi). Questo è quanto ha riferito l'Ufficio della presidenza filippina.
Duterte è stato arrestato a Manila. L'ex presidente 79enne è accusato di crimini contro l'umanità dopo aver promosso la repressione del narcotraffico: secondo le associazioni per i diritti umani, decine di migliaia di persone sono state uccise da militari e vigilantes, spesso in maniera arbitraria e senza prove che fossero legate ai cartelli della droga. Secondo il Palazzo presidenziale, l'ex presidente è in buona salute ed è stato sottoposto a controlli da parte dei medici. Duterte è stato fermato in seguito all'atterraggio all'aeroporto internazionale di Manila dopo un breve viaggio a Hong Kong.
Domenica, l'ex presidente ha condannato l'indagine della Cpi parlando a migliaia di lavoratori filippini all'estero. Durante il discorso, aveva insultati gli investigatori della Corte, affermando però di essere pronto ad "accettare l'arresto" nel caso in cui fosse stato disposto.
Le indagini sono iniziate nel settembre del 2021 e sono state sospese due mesi dopo quando Manila fece sapere di aver riesaminato centinaia di casi di omicidi avvenuti per mano della polizia, di sicari e di vigilantes. L'inchiesta è ripartita nel luglio del 2023. Duterte è molto popolare nelle Filippine in seguito alla sua propaganda contro il narcotraffico sulla quale aveva basato il suo consenso politico.
Già nel 2017 Amnesty International illustrava come la polizia filippina prendesse sistematicamente di mira le persone più povere e indifese sulla base di prove fittizie che legavano le vittime al narcotraffico.
“Questa non è una guerra contro le droghe ma una guerra contro i poveri" aveva sottolineato Tirana Hassan, direttrice del settore Crisis Response di Amnesty International.
“Sotto il governo Duterte, la polizia nazionale viola le leggi che dovrebbe far rispettare – ha continuato – traendone un vantaggio economico. Duterte ha promesso di ripulire le strade dal crimine, ma ora sono piene dei cadaveri delle persone uccise dalle forze di polizia.”
Secondo quanto sottolineava Amnesty nel 2017, in sette mesi Duterte aveva permesso più di 7000 omicidi correlati alle droghe.