Feriti durante raid di Hamas al rave, fidanzati lasciano insieme l’ospedale: ciascuno ha perso una gamba
Esattamente un mese fa Ben Binyamin, 29 anni, e la sua fidanzata Gali Segal, 26, stavano partecipando al rave party nel kibbutz di Re'em nel Sud di Israele, a pochi passi dalla Striscia di Gaza, quando si è verificato il raid di Hamas, durante il quale oltre 250 persone sono morte e altre decine sono state tratte in ostaggio.
Ben e Gali sono rimasti feriti e nei giorni scorsi, insieme, hanno potuto lasciare l'ospedale Hillel Yaffe di Hadera dopo aver subito ciascuno l'amputazione della gamba destra, tra gli applausi di infermieri e medici. Anche se la loro riabilitazione proseguirà in una struttura sanitaria di Tel Aviv, il peggio è passato e potranno almeno tornare ad abbracciare i propri cari.
Come racconta Ynet, la coppia, originaria di Ramat Gan, città israeliana della periferia est di Tel Aviv, era al festival insieme ad altri amici quando lo scorso 7 ottobre i combattenti di Hamas hanno lanciato l'attacco contro Israele. Stavano correndo verso un'area protetta quando sono stati colpiti da una granata. Trasferiti d'urgenza in ospedale, prima in quello Soroka di Be'er Sheva e da lì a Hadera, hanno subito entrambi un intervento di amputazione della gamba destra. Poi, domenica scorsa, dopo settimane di terapia, sono stati dimessi, tra gli abbracci e le lacrime del personale sanitario.
Durante il loro ricovero, Gali e Ben sono rimasti nello stesso reparto e con i letti uno accanto all'altro. "Il personale si è preso cura di loro con grande dedizione", ha detto Orli Gedron, la madre di Gali, "a cominciare da Milena Abramov, l'infermiera responsabile e il suo team, e la supervisore Sara Badash, che hanno risposto ad ogni loro e nostra richiesta, grande e piccola, attraverso la Dott.ssa Nurit Shadmi e il Dott. Maxim Gurvitz, che dopo ogni entrata ed uscita dalla sala operatoria venivano ad incoraggiarci ed erano sempre ottimisti, per finire con l'équipe di fisioterapia e tutti coloro che si sono occupati di noi. Sono diventati parte delle nostre famiglie".