Fedor, venuto al mondo nel bunker a Kiev sotto le bombe: “Tu sei la nuova Ucraina”
"Mentre ero incinta avevo preso lezioni di yoga, mi ero preparata per un parto in ospedale, avevo seguito dei corsi ma nulla è stato come credevo" è la straziante testimonianza di Viktoria, 32enne ucraina costretta a partorire il suo primo figlio in uno spoglio bunker dell'ospedale di Kiev mentre fuori si sentivano i suoi delle sirene antiaeree e le bombe russe. Viktoria come tutti i suoi connazionali si è ritrovata da un momento all'altro da una vita normale, fatta di quotidianità e felici attese, in una guerra che non risparmia vittime civili e ospedali, dalla speranza di un futuro migliore a una drammatica incertezza dovuta al costante pericolo di morte.
Una paura che però non deve e non può intaccare la felicità per la nascita di un nuovo figlio che dovrà essere il futuro della nazione. "Mentre lo tenevo stretto nel bunker, gli ho detto: Sei fortunato, sei unico, sei nato in Ucraina, sei la nuova Ucraina" ha raccontato infatti Viktoria al Guardian. Il piccolo Fedor è venuto al mondo nel secondo giorno di guerra in Ucraina in un rifugio antiaereo costruito in epoca sovietica, fatiscente, umido e freddo, con solo una tenda a separare la madre dagli altri e una sedia ginecologica. Fedor è nato senza l'ausilio di nessuna attrezzatura medica ma con la speranza che possa essere lui il futuro di una Ucraina in pace . "Spero che mio figlio sperimenti questa guerra solo attraverso le storie, che non la vivrà mai, mai nella vita reale. Non voglio che conosca la vera guerra" ha sottolineato Viktoria, ricordando: "Nonostante la guerra, Fedor ha portato così tanto amore, felicità e gentilezza nella nostra casa. Ci prendiamo cura di lui e questo ci rende felici. Spero e prego per la pace: è un nuovo ucraino, dovrebbe crescere in una nuova Ucraina"