Farmaco anti-hiv crolla da 750 a meno di 1 dollaro: sconfitto uomo più ‘cattivo’ d’America
Martin Shkreli è diventato famoso come "l'uomo più cattivo d'America". Nel settembre scorso aveva aumentato esponenzialmente il costo del Daraprim, un farmaco che viene utilizzato per curare latoxoplasmosi ma che è indicato anche contro l’Aids. Fino a qualche giorno fa costava $13,50 a pastiglia, poi il 32 enne che ha fondato la Turing Pharmaceuticals, ha comprato i diritti sul medicinale e ne ha aumentato il prezzo del 5.000% dalla sera alla mattina, mandandolo a 750 dollari alla compresse e facendo schizzare il costo dei trattamenti a livelli praticamente inaccettabili per i più.
Ma il colpo di scena è arrivato un paio di giorni fa. Un’altra casa farmaceutica,la Imprimis Pharmaceuticals, metterà in commercio una versione del medicinale il cui costo sarà inferiore ad un euro a pillola (1 dollaro, ma ne serviranno 99 per acquistare una confezione). Il medicinale, con lo stesso principio attivo del Daraprim, la pyrimethamina, interviene contro le infezioni che si instaurano in caso di immunodeficienza. Il numero uno della Imprimis, Mark Baum, ha spiegato all'Associated Press: “In ambito farmaceutico chi riesce a ottenere l'esclusiva per la produzione di determinate sostanze poi alza sempre i prezzi oltre ogni limite morale. Sarà sempre così, ma si può fare concorrenza anche in questo modo, se lo meritano”.
Bisogna attendere ancora qualche tempo, però, prima di vedere in commercio negli Usa la versione economica del Daraprim. Servono infatti altri fondi per portare a termine l'operazione. Rispettiamo la volontà di Turing di aumentare il prezzo e far pagare di più pazienti e compagnie di assicurazione, ma possono esserci opzioni più economiche per gli utenti", ha poi Baum, in merito alla decisione di Shkreli. Sulla questione era intervenuta con un tweet anche Hillary Clinton, definendo la vicenda "scandalosa". “Dobbiamo fare profitti, non dobbiamo tenere conto solo del costo del farmaco in sé, ma anche delle spese di marketing e distribuzione” aveva spiegato Shkreli. Ma dietro la sua discussa decisione pare ci fosse il crollo delle azioni in borsa, il cui titolo sul Nasdaq era precipitato.