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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Familiari di Mahsa Amini arrestati in Iran dopo la commemorazione sulla tomba della 22enne

L’arresto però è arrivato subito dopo la grande manifestazione di piazza andata in scena nel Kurdistan iraniano a 40 giorni dalla morte di Mahsa Amini che, pur essendo stata vietata dalle autorità iraniane, ha chiamato a raccolta miglia di persone.
A cura di Antonio Palma
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Le autorità iraniane hanno arrestato i familiari di Mahsa Amini ponendoli agli arresti domiciliari dopo la commemorazione sulla tomba della 22enne avvenuta ieri a Saqqez, dove è sepolta la giovane. A darne notizia è l’emittente araba Al Arabiya sena specificare le accuse che vengono rivolte i parenti della ragazza uccisa dalla polizia lo scorso 6 settembre a Teheran, durante un arresto scattato perché non portava il velo in modo corretto.

L’arresto però è arrivato subito dopo la grande manifestazione di piazza andata in scena nel Kurdistan iraniano a 40 giorni dalla morte di Mahsa Amini che pur essendo stata vietata dalle autorità iraniane, ha chiamato a raccolta miglia di persone.

Del resto già nei giorni scorsi erano arrivate minacce alla famiglia Amini che, secondo le forze di sicurezza, non avrebbe dovuto organizzare nessuna commemorazione in onore della figlia. Minacce che però non hanno sortito effetti con la famiglia che ha partecipato attivamente all’evento accusando di nuovo pubblicamente le autorità di Teheran dell’omicidio Mahsa Amini.

"Riteniamo le autorità iraniane responsabili dell'uccisione di Mahsa Amini per mano delle forze di sicurezza", ha confermato infatti Irfan Murtazai, cugino di Mahsa e portavoce della famiglia. L’uomo ha sottolineato che la ragazza ventenne non aveva mai avuto un ictus, come hanno detto le autorità, ma godeva di buona salute. "Questa non è la prima volta che le autorità del Paese promuovono questi miti. Ogni volta che un cittadino muore sotto tortura, le autorità promuovono storie diverse", ha affermato.

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Secondo Murtazai, gli agenti di sicurezza iraniani stanno torturando tutti gli arrestati durante le proteste e hanno trasformato le città della provincia del Kurdistan in un'area militare dove hanno represso i manifestanti

Ieri migliaia di persone sono scese in piazza nella città di Saqqaz città natale di Mahsa nell’anniversario della sua morte, nonostante le minacce delle autorità. La polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili veri per disperderle la folla

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