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Famiglia Cristiana al nuovo Papa: “Basta con lo Ior, sì alle banche etiche”

Si intitola così un commento apparso sul settimanale che dedica un dossier alle sfide che attendono il successore di Papa Benedetto XVI. Una istanza fortemente avvertita è la liberazione del Pontificato da ogni legame con la finanza.
A cura di Susanna Picone
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Si intitola così un commento apparso sul settimanale che dedica un dossier alle sfide che attendono il successore di Papa Benedetto XVI. Una istanza fortemente avvertita è la liberazione del Pontificato da ogni legame con la finanza.

“Basta con lo Ior, sì alle banche etiche”, si intitola così un commento che Giorgio Campanini scrive su “Famiglia Cristiana” in un dossier dedicato al Papa che verrà. Una delle priorità in agenda del successore di Benedetto XVI sarebbe quella di liberare il Pontificato “da ogni legame (e ancor più da ogni compromissione) con la finanza”. Bisogna guardare, insomma, alle cosiddette “banche etiche”. Famiglia Cristiana scrive, infatti, che “il potere corrompe” e che più si concentrano a Roma e nella Curia decisioni e poteri, più i rischi di deviazione aumentano. Per lo storico e sociologo questa è una istanza “fortemente avvertita dall’opinione pubblica”, compresa quella ecclesiale. Si parla nell’articolo delle banche etiche, nelle quali il credito è “accordato con criteri di grande severità e finalizzato soprattutto a progetti di sviluppo, con la totale esclusione di finalità speculative”. Bisognerebbe agire in tal senso per garantire ai fedeli trasparenza. Campanini, che si definisce un “modesto laico”, scrive che osa dare consigli al Papa che verrà nello spirito di franchezza del Concilio.

Ripensare i poteri del Papa – È importante, secondo Famiglia Cristiana, ripensare i poteri del Papa e decentrare il più possibile una serie di decisioni, da quelle sui ministeri laicali a quelle sulla designazione dei vescovi. Così come molte forme di contenzioso, secondo Campanini, a partire dalle nullità matrimoniali potrebbero essere delegate alle Conferenze episcopali nazionali. “Ridurre il compito di direzione e di guida del Pontefice a ciò che è realmente essenziale per la vita della Chiesa favorendo in essa una reale sinodalità”. Molte cose, secondo il settimanale, potrebbero essere affidate a laici competenti e preparati “senza mettere in discussione né il ministero petrino né il valore del sacerdozio”. Inutile sottolineare che questa corresponsabilità, secondo lo storico, dovrebbe essere declinata anche e soprattutto al femminile “per arricchire la Chiesa di quel genio che il magistero di Giovanni Paolo II ha riconosciuto ma ha sin qui trovato solo parziale applicazione nella vita della Chiesa”.

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