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F-35: gli hacker cinesi rubano i progetti dei caccia realizzati in USA

Secondo un rapporto del dipartimento della Difesa, citato dal Washington Post, le spie telematiche in Cina avrebbero trafugato i piani di aerei militari e altre armi americane, fra cui quelli del famigerato caccia acquistato anche dall’Italia.
A cura di Biagio Chiariello
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Negli ultimi mesi, gli hacker cinesi sono riusciti a impossessarsi di preziose informazioni tecniche riguardanti il sistema d'armi USA. A denunciare l'attività di cyber spionaggio cinese è un rapporto preparato per i vertici del Pentagono dal Defense Science Board,  un gruppo di esperti di difesa di alto livello, sia civili, che militari. Lo riporta il Washington Post, precisando   che tra i progetti di armamenti a cui hanno avuto accesso gli hacker ci sono quelli dei piani per la difesa missilistica, oltre che di aerei da combattimento e navi da guerra. Nella lista ci sono i missili Patriot, il sistema di difesa balistica Aegis della marina Usa, i caccia F/A-18, i V-22 Osprey, l'elicottero Black Hawk, ma sopratutto – guardando all'Italia – i Lockheed Martin F-35, "il sistema di difesa più costoso che sia mai stato costruito" scrive il WP, a proposito dei caccia del programma Joint Strike Fighter di cui il nostro Paese ha all'attivo un ordine di 90 elementi. Secondo il giornale della Capitale americana, i cyber-furti avrebbero dato alla Cina una serie di conoscenze determinanti da sfruttare in un eventuale conflitto, come "l'interruzione delle comunicazioni o l'invalidazione di dati". E potrebbe anche accelerare lo sviluppo della tecnologia difensiva cinese.

Hacker cinesi "rubano" anche all'Australia, ma Pechino smentisce – C'è in realtà da dire che i soggetti colpiti dagli hacker cinesi sono diversi: il Post parla di ambasciate, società, agenzie federali, media, persino associazioni umanitarie. E in ogni caso i cyberfurti non sarebbero avvenuti solo negli States. Come svelato dal programma "Four Corners" dell'emittente nazionale Abc, il ministro degli Esteri australiano Bob Carr, ha infatti ammesso che i piani di costruzione del nuovo quartier generale dell'intelligence a Canberra sarebbero stati compromessi dalle spie cinesi. L'Australia è un alleato storico degli  Stati Uniti, ma allo stesso la Cina è un partner commerciale fondamentale degli USA e i due Paesi puntano a legami sempre più importanti. Da parte sua Pechino ha evidenziato le "grandi difficoltà nel capire l'origine degli attacchi informatici". Il portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei, si è chiesto polemicamente "su quali basi i media fondino simili notizie".

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