Evadano dal carcere, poi stuprano e bruciano vive 150 detenute: orrore durante la rivolta in Congo
![Violenti scontri a Goma in Congo tra forze armate e ribelli](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2025/02/23082100_small-1200x675.jpg)
Oltre 150 detenute sono state violentate e bruciate vive durante la rivolta carceraria avvenuta la scorsa settimana a Goma, in Repubblica Democratica del Congo. Il portavoce dell'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Seif Magango, ha dichiarato alla CNN che la maggior parte delle 165 prigioniere, stuprate dai detenuti maschi in fuga, è morta nell'incendio.
Le poche sopravvissute, tra le 9 e le 13, sono state comunque "tutte violentate", ha aggiunto Magango, citando una fonte giudiziaria nella RDC. "Non abbiamo verificato in modo indipendente il rapporto del funzionario giudiziario, ma riteniamo che il suo racconto sia credibile", ha dichiarato lo stesso portavoce.
È solo l'ennesima atrocità scaturita dalla guerra civile nell'est del Paese africano, un conflitto già cruento, iniziato tre anni fa, ma che nelle ultime settimane sta riesplodendo con nuova violenza. Le violenze e l'incendio risalgono alla scorsa settimana, ma sono venuti alla luce con maggiore chiarezza proprio mentre i ribelli del gruppo M23 – sostenuto dal vicino Ruanda, interessato al controllo di terre rare e altri minerali essenziali per le moderne tecnologie, come cobalto e coltan – hanno smentito nei fatti il loro stesso annuncio di tregua umanitaria, fatto martedì.
Il ministro delle comunicazioni della RDC, Patrick Muyaya, ha confermato lo stupro delle 165 donne, evidenziando come "il governo condanna con la massima forza questo crimine barbaro". Solo qualche giorno fa l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) aveva avvertito che i gruppi armati a Goma usano la violenza sessuale come strumento di guerra.
Secondo fonti umanitarie e di sicurezza, all'alba le milizie del Movimento del 23 marzo (M23), sostenute dalle truppe ruandesi, hanno lanciato una nuova offensiva contro le forze armate congolesi, conquistando la città mineraria di Nyabibwe, nella provincia del Sud Kivu.
"Questa è la prova che il cessate il fuoco unilaterale, come sempre, non era altro che un diversivo, un inganno illusorio", ha dichiarato un portavoce del governo congolese.
Del resto, già in passato, almeno una mezza dozzina di annunci di cessate il fuoco concordati tra le due parti non era mai stato rispettato in questo conflitto. La guerra (scatenata dalla ribellione dell’M23 nel 2012-2013 e ripresa nel 2022) ha provocato migliaia di morti – almeno 900 solo tra il 26 e il 30 gennaio, con circa 2.880 feriti secondo una stima dell’ONU – e ha innescato una grave crisi umanitaria, costringendo centinaia di migliaia di persone alla fuga.