Rimpatriati altri Italiani dalla Libia. Pinotti: “Non escludiamo l’invio di truppe”
Ore 18.00 – M5S contro l'intervento militare. Alessandro Di Battista e Carlo Sibilia del direttorio del M5S dicono no ad un intervento militare italiano in Libia spiegando che "l'uso delle armi peggiorerà la situazione" e che "Il caos in Libia è effetto delle decisioni dell'allora Pdl e del Pd che nel 2011 si chinarono alle pressioni di Francia e Usa a danno dell'Italia e della popolazione civile in Libia". "Ai ministri Pinotti e Gentiloni che oggi hanno annunciato per mezzo stampa un intervento militare scavalcando nuovamente il parlamento, suggeriamo di venire a riferire in aula prima di assumere decisioni dal carattere unilaterale e in violazione dei principi costituzionali" dicono i due parlamentari a 5 Stelle, aggiungendo: "Per il M5s la sicurezza dei cittadini italiani rappresenta un'assoluta priorità, ma credere di poter trovare una soluzione pacifica alla questione libica scandendo, come accaduto nel 2011, nuovi attacchi e mietendo migliaia di vittime innocenti, è una posizione che rasenta la follia".
Ore 15.50 – Berlusconi: "Sì ad azione militare" . Dopo le parole del Ministro della difesa Pinotti su un possibile intervento armato italiano in Libia in chiave anti Isis a seguito della situazione di instabilità del Paese africano davanti alle nostre coste, interviene nel dibattito anche Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia si è dichiarato favorevole ad un intervento dell'Italia in Libia affermando: "Accogliamo con favore l'intento del governo di non abdicare alle responsabilità che ci derivano dal ruolo che il nostro paese deve avere nel Mediterraneo. Un intervento di forze militari internazionali, sebbene ultima risorsa, deve essere oggi un'opzione da prendere in seria considerazione per ristabilire ordine e pace". "L’Italia non può tollerare la minaccia derivante dall’esistenza di un califfato dichiaratamente ostile alle proprie porte, sulle coste di uno Stato, la Libia appunto, ormai totalmente fuori controllo e distante poche centinaia di chilometri dalle nostre coste" ha concluso Berlusconi.
Ore 15.15 – Evacuato personale dell'ambasciata italiana a Tripoli – La nave che sta rimpatriando gli italiani dalla Libia farà scalo prima a Malta per rifornirsi di carburante e poi proseguirà la navigazione verso la Sicilia. Il porto di destinazione dovrebbe essere quello di Augusta in provincia di Siracusa. Intanto, sempre per motivi di sicurezza, l'ambasciata d'Italia a Tripoli ha sospeso oggi le sue attività. Lo ha reso noto la Farnesina, precisando che il personale è stato temporaneamente rimpatriato via mare, ma i servizi essenziali saranno comunque assicurati. "La chiusura temporanea della nostra ambasciata che si è resa necessaria a causa del deteriorarsi della situazione in Libia è avvenuta in modo tempestivo e ordinato" ha spiegato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, aggiungendo: "Il peggioramento della situazione richiede ora un impegno straordinario e una maggiore assunzione di responsabilità, secondo linee che il governo discuterà in Parlamento a partire dal prossimo giovedì 19 febbraio. L'Italia promuove questo impegno politico straordinario ed è pronta a fare la sua parte in Libia nel quadro delle decisioni dell'Onu"
UPDATE: E' salpata pochi minuti fa la nave che ha preso in carico gli italiani in Libia per riportarli in patria. Stando a quanto riferito dall'Ansa, l'imbarcazione si è ricongiunta con una nave della Marina Militare italiana che la scorterà per tutta la durata del viaggio. Tutta l'operazione si sta svolgendo anche sotto il monitoraggio di un drone Predator dell'Aeronautica. A bordo della nave ci sarebbero un centinaio di persone. Tra loro non c'è Monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, che in un'intervista a La Stampa ha detto: "Come faccio ad andarmene. Devo restare per il momento, qui c'è ancora un gruppo di cristiani che ha bisogno di essere assistito".
In questo quadro il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha annunciato che l'Italia potrebbe intervenire in Libia anche con truppe di terra. Intervistata dal Messaggero il ministro ha spiegato che "dipenderà dallo scenario" e che le autorità libiche "potranno richiedere un'operazione simile a quella in Iraq: truppe che combattono l'Isis, altre che presidiano il territorio. Disponiamo di tre forze armate più la quarta, i carabinieri, che operano come un tutt'uno. Mezzi, composizione e regole d'ingaggio li decideremo con gli alleati in base allo spirito e al mandato della missione Onu".
È in corso l'evacuazione degli italiani presenti in Libia. Stando a quanto riferisce La Stampa è in corso l'evacuazione di tutti i nostri connazionali dal paese africano. La decisione arriva in seguito le minacce dell'Isis nei confronti del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, definito "ministro crociato". L'evacuazione è iniziata all'alba e tutti i cittadini di nazionalità italiana saranno rimpatriati su una nave mercantile. Tripoli è piombata nel caos e nel terrore. A farla da padrone sono i miliziani del Daesh – acronimo arabo dell'Isis – che seminano il terrore in città. La Farnesina ci tiene a precisare che "Non si tratta di un’evacuazione ma è in corso una delle preannunciate operazioni di alleggerimento dei connazionali presenti nel Paese". Una scelta che viene dopo che nelle scorse settimane il sito www.viaggiaresicuri.it della Farnesina ha "ribadito il pressante invito ai connazionali a non recarsi in Libia e a quelli tuttora presenti a lasciare temporaneamente il Paese", a seguito del "progressivo deterioramento della situazione di sicurezza".