Cambiamenti climatici

Ciclone Boris, alluvioni e maltempo devastano l’Europa Centrale: almeno 18 morti e decine di dispersi

Aumentano i danni del ciclone Boris: almeno 18 persone sono morte e decine di altre risultano disperse in Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Austria. Inondazioni anche in Ungheria e Slovacchia. E il peggio deve ancora arrivare.
A cura di Davide Falcioni
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Si fa di giorno in giorno più pesante il bilancio delle piogge torrenziali e delle inondazioni che dalla scorsa settimana stanno colpendo l'Europa centrale e orientale a causa del ciclone Boris: almeno 18 persone sono morte e decine di altre risultano disperse in Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Austria, mentre le autorità hanno avvertito che il peggio potrebbe ancora arrivare. Intanto migliaia di persone sono state evacuate e si contano danni per miliardi di euro. Boris, questo il nome che gli esperti hanno dato alla tempesta, è un evento estremo conseguenza del cambiamento climatico di origine antropica di cui da decenni gli scienziati di tutto il mondo ci mettono in guardia, sollecitando una riduzione delle emissioni di gas climalteranti e la preparazione di strategie di adattamento efficaci.

Sale a 18 il bilancio delle vittime: 7 in Romania, 5 in Polonia

Da venerdì scorso le incessanti piogge causate dalla tempesta Boris stanno gonfiando i corsi d'acqua e costringendo migliaia di persone a evacuare e rifugiarsi anche sui tetti delle loro case. Oltre ai sette morti accertati in Romania, l'Austria ha annunciato 3 decessi, dopo quella di un vigile del fuoco il giorno prima. Numerosi i dispersi. Sul versante ceco la polizia ha confermato alla radio pubblica la morte di una persona annegata e altre sette sono state dichiarate disperse. In Polonia la polizia ha denunciato cinque vittime nelle regioni colpite, l'ultima delle quali sarebbe un chirurgo che stava rientrando a casa dal lavoro. L'uomo è annegato nella città sud-occidentale di Nysa, dove l'ospedale è stato evacuato e i pazienti sono stati salvati su delle zattere.

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Decine di migliaia di persone evacuate: “catastrofe di propozioni epiche

Decine di migliaia di persone sono state evacuate dalle loro abitazioni in una fascia di territorio europeo comprendente Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Polonia e Slovacchia, dove la tempesta Boris ha scatenato la peggiore inondazione registrata nella regione da oltre vent'anni. Il sindaco di una città romena non ha esitato a definire quella in corso come una "catastrofe di proporzioni epiche" . La potenza delle acque ha fatto saltare le dighe, inondato le strade, interrotto l'elettricità e in alcuni punti ha sommerso intere città. "Vivo qui da 16 anni e non ho mai visto un'inondazione del genere", ha detto alla radio pubblica una donna austriaca, Judith Dickson.

Il primo ministro polacco, Donald Tusk , ha dichiarato lo stato di emergenza nelle zone allagate e ha annunciato un fondo di aiuti d'emergenza di 1 miliardo di zloty (circa 230 milioni di euro), mentre il suo omologo ungherese, Viktor Orbán, ha annullato tutti i suoi impegni internazionali. la città di Budapest si sta preparando a gravi inondazioni dovute alla crescita del Danubio e il governo ha annunciato il dispiegamento di 12mila soldati.

Anche la capitale della Slovacchia, Bratislava, è in stato di allerta elevato, mentre ai 600mila residenti di Wrocław, in Polonia, è stato detto che i livelli dell'acqua potrebbero non raggiungere il picco prima di domani, mercoledì 18 settembre. Il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, ha ammesso che la situazione nel suo paese "continua a peggiorare", in particolare nella Bassa Austria, che è stata dichiarata area disastrata; qui oltre 10mila soccorritori hanno evacuato 1.100 e la governatrice, Johanna Mikl-Leitner, ha detto che i cittadini stanno affrontando "ore difficili e drammatiche… probabilmente le più difficili della loro vita".

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Il premier ceco, Petr Fiala, ha esortato la popolazione a "seguire le istruzioni dei sindaci e dei Vigili del Fuoco". Fino a domenica sera, ha detto, i servizi di emergenza avevano gestito 7.884 casi e 119mila famiglie erano senza elettricità. Il premier rumeno, Marcel Ciolacu, ha affermato che il Paese "farà pulizia e vedrà cosa si può salvare", aggiungendo che rispetto alla peggiore inondazione recente del 2013, "la quantità di acqua è stata quasi tre volte maggiore".

Ciclone Boris verso l'Italia, quali sono i rischi

La tempesta Boris, che in questi ultimi giorni ha letteralmente flagellato alcuni Stati dell'Europa centro-orientale, si appresta a investire anche l'Italia. Già dalle prossime ore inizierà a far sentire i suoi minacciosi effetti colpendo molte regioni, dove è attesa una fase di intenso maltempo accompagnata da abbondante pioggia e dal rischio di nubifragi.

Il tempo peggiorerà sensibilmente su gran parte delle regioni del Centro, del Sud e su alcuni tratti del Nordest. Piogge e locali temporali colpiranno in forma molto irregolare inizialmente anche il versante tirrenico, come il Lazio, la Campania e la Calabria, per poi concentrarsi, con il passare delle ore, soprattutto sul lato opposto, quello adriatico. Le condizioni atmosferiche si complicheranno ulteriormente nel pomeriggio/sera, quando forti precipitazioni interesseranno la Romagna, la dorsale appenninica tosco-emiliana e gran parte del comparto adriatico del Centro-Sud, con maggiore enfasi sulle Marche. Su queste zone, le intense piogge e i probabili nubifragi aumenteranno il rischio di problemi a carattere idrogeologico.

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