Esplosione sul ponte in Crimea è “bomba su tir piazzata da Kiev”: le rivelazioni del New York Times
La violentissima esplosione che ha distrutto il principale ponte che collega la Crimea alla Russia sarebbe stata causata da una bomba piazzata su un camion ad opera dell'intelligenze ucraina. È quanto ha rivelato un alto funzionario di Kiev al New York Times sotto anonimato.
Si tratta di una tesi già avanzata anche da fonti del Cremlino che, poco dopo la violenta deflagrazione, si sono affrettate a suggerire che si trattava proprio di una bomba su un camion facendo indirettamente riferimento a Kiev.
Lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha affermato che gli autori dell'esplosione del ponte di Crimea sono "i servizi speciali dell'Ucraina", che hanno commesso "un atto di terrorismo". Lo riporta Ria Novosti.
Il comitato nazionale antiterrorismo russo aveva già affermato che i danni sono stati causati dall'esplosione di un camion bomba che ha causato l'incendio di sette vagoni ferroviari. Le stesse fonti riferiscono che le prime indagini hanno portato a indagare su un uomo della regione di Krasnodar, nella Russia meridionale. "Cittadini russi e stranieri sono coinvolti nell'attacco terroristico sul ponte di Crimea e hanno assistito alla preparazione dell'attacco terroristico" ha afferma il presidente del comitato investigativo, Alexander Bastrykin.
Le autorità ucraine dal loro canto hanno fatto intendere di aver approvato l'operazione pur non rivendicandola mai apertamente. Poiché il ponte di Kerch in Crimea svolge un ruolo strategico nella guerra per i rifornimenti russi, le autorità ucraine infatti hanno affermato che era un obiettivo legittimo.
Lo stesso Volodymyr Zelensky nel suo discorso di sabato ha fatto un velato accenno dichiarando: "Oggi non è stata una brutta giornata, era per lo più soleggiata sul territorio del nostro stato. Purtroppo in Crimea era nuvoloso. Anche se faceva caldo".
Nonostante i proclami ucraini e l'immagine danneggiata delle forze di sicurezza russe, secondo le quali il ponte era bene sorvegliato e impossibile da colpire, in realtà l'esplosione pare aver creato più ostacoli logistici temporanei che un vero danneggiamento permanente per i russi.
La ripresa del traffico automobilistico e ferroviario sul ponte, anche se solo parziale, a cui si è assistito nella giornata di domenica, infatti dimostra che i danni sono meno gravi di quelli che apparivano. Anche l'Institute for the Study of War ha confermato che "La corsia crollata del ponte stradale limiterà i movimenti militari russi fino a quando non sarà riparata, costringendo alcune forze russe a fare affidamento sul collegamento in traghetto per qualche tempo", ma "Le forze russe saranno probabilmente ancora in grado di trasportare pesanti equipaggiamenti militari attraverso la ferrovia".
Gli investigatori russi intanto stanno indagando per stabilire la causa esatta dell'esplosione, che secondo Mosca ha ucciso tre persone. Putin ha firmato un ordine per rafforzare la sicurezza sul ponte e lunedì presiederà il Consiglio di sicurezza, come ha affermato il suo portavoce Peskov.