Esplodono cercapersone in Libano: circa 1.800 persone sono state evirate dagli scoppi
Sarebbero circa 1.800 le persone rimaste ferite gravemente dalle esplosioni dei cercapersone utilizzati dal gruppo militante Hezbollah la scorsa settimana in Libano. Questo emerge da alcuni report (non confermati) riferiti da media israeliani. Inoltre, 1.500 persone avrebbero perso la vista e almeno una mano, come riporta Ynet, citando Reuters.
Le esplosioni, avvenute nella periferia meridionale di Beirut, così come a Nabatieh, Tiro e Saida, hanno ucciso almeno venti persone. Secondo le fonti, nella capitale libanese erano in corso i funerali di quattro combattenti di Hezbollah. Hamas ha immediatamente accusato Israele per quanto avvenuto. "Condanniamo fermamente la rinnovata e continua aggressione sionista contro il fraterno popolo libanese," si legge in una dichiarazione. L'attacco "minaccia la sicurezza e la stabilità della regione".
Anche il New York Times ha riferito che sarebbe stato Israele a produrre i cercapersone esplosi simultaneamente in Libano (e in Siria). Tre ufficiali dell'intelligence israeliana, informati dell'operazione iniziata almeno due anni prima dei fatti, hanno confermato al quotidiano della Grande Mela che i dispositivi avevano iniziato a essere spediti in Libano nel 2022.
L'ipotesi più concreta, sostenuta da fonti di intelligence USA e autorità libanesi, è che i cercapersone (recanti il marchio dell’azienda taiwanese Gold Apollo, modello AR924) fossero stati alterati prima della distribuzione per inserire piccole quantità di esplosivo. Il presidente della società, Hsu Ching-Kuang, ha però riferito che i dispositivi non erano stati prodotti direttamente dalla propria azienda, ma che la produzione era stata appaltata a una società ungherese, la BAC Consulting.