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Esercito Usa compra pesce giapponese dopo il rilascio in mare delle acque di Fukushima e lo stop cinese

Le forze armate statunitensi stanno acquistando pesce giapponese in risposta alle controversie insorte tra la Cina e il Giappone per il rilascio delle acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico.
A cura di Matteo Pelliccia
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In un colpo di scena nei rapporti commerciali internazionali, l'esercito statunitense ha annunciato l'acquisto di prodotti ittici giapponesi in risposta al blocco delle importazioni di pesce giapponese imposto dalla Cina.

Questa mossa segue una serie di eventi scatenati dalla decisione del Giappone di rilasciare in mare le acque utilizzate per trattare il materiale radioattivo nella centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dallo tsunami del 2011.

L'ambasciatore statunitense in Giappone, Rahm Emanuel, ha rivelato che l'esercito statunitense sta lavorando per assicurare una fornitura costante di prodotti ittici giapponesi. Questi acquisti non solo garantiranno un'alimentazione di alta qualità per i soldati americani stazionati nelle basi giapponesi ma anche l'approvvigionamento per i negozi presenti all'interno delle basi.

Al momento, il contratto stipulato tra l'esercito statunitense e il Giappone riguarda l'acquisto di circa una tonnellata di prodotti ittici, ma l'ambasciatore Emanuel ha dichiarato che in futuro il contratto potrebbe essere esteso per includere ulteriori varietà di tipi di pesce.

L'accordo rappresenta però solo una frazione delle esportazioni di pesce giapponese precedentemente dirette verso la Cina, che ammontavano a 100.000 tonnellate solo l'anno scorso.

La Cina aveva deciso di imporre un blocco totale alle importazioni di pesce e di prodotti ittici giapponesi a partire da agosto. Questa mossa è giunta nonostante i numerosi test condotti dal Giappone per dimostrare la sicurezza delle acque e l'approvazione del piano da parte dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA).

Rahm Emanuel ha criticato apertamente la Cina, sostenendo che anche le centrali nucleari cinesi rilasciano acque contaminate in mare e che la decisione della Cina sembra essere più mirata a danneggiare il Giappone che a proteggere i consumatori cinesi.

La mossa della Cina ha provocato reazioni molto disparate in altre nazioni: la Russia ha infatti seguito l'esempio cinese e ha vietato le importazioni di pesce giapponese; la Corea del Sud, invece, ha continuato a vendere il pesce giapponese, nonostante alcune proteste tra la sua popolazione.

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