Escursionista disperso sull’Elbert non risponde ai soccorritori: “Pensavo fosse un call center”
Disperso per 24 ore sul monte Elbert, in Colorado, un escursionista per più volte non ha risposto alle telefonate degli operatori che lo cercavano. Ha pensato fosse un call center. I soccorritori hanno scalato per due volte la vetta alla ricerca di tracce dell’uomo, scoprendo alla fine che era tornato a casa.
Un intera giornata senza tracce dell’uomo. Un escursionista con l’intento di scalare il monte Elbert, la seconda cima più alta degli Stati Uniti, si è perso sui suoi 4400 metri. Allo scadere delle 24 ore del 18 ottobre, senza alcuna notizia dell’uomo i soccorsi sono stati allertati e hanno provato a contattarlo telefonicamente. Il cellulare ha squillato più e più volte ma dalle vette nessuna risposta. I media locali hanno confermato “I ripetuti tentativi di contattare l'uomo tramite chiamate, sms e messaggi in segreteria sono stati ignorati”. Il motivo? Ha pensato fosse un call center e non ha voluto rispondere a un numero anonimo.
Al calar della sera, intorno alle 22, un gruppo di cinque soccorritori ha dovuto mettersi in marcia sul monte, temendo che all’uomo fosse accaduto il peggio. I risultati infruttuosi della ricerca hanno costretto la squadra, alle tre di notte, a fare rientro a valle. Poche ore dopo, all’alba del giorno seguente, è stata organizzata un’altra spedizione in cima all’Elbert, in un’area in cui solitamente molti escursionisti smarriscono la via. L’uomo, però, era rientrato a casa. Ha dichiarato alle forze dell’ordine di aver fatto fatica a ritrovare la strada del ritorno e di aver gironzolato ore prima di raggiungere il parcheggio e tornare a casa con la sua automobile. Inoltre non ha mai pensato che qualcuno stesse cercando. Così ha giustificato il fatto di non aver mai risposto alle chiamate, nella completa convinzione che si trattasse di qualche scocciatore.