Esce dal coma Covid dopo 7 settimane e scopre di aver partorito la bimba: “Non potevo accarezzarla”
Quando si è ammalata di covid e si è aggravata a tal punto da dover ricorrere alle cure ospedaliere era incinta di sua figlia ma quando si è risvegliata, dopo sette settimane e nello stesso letto d'ospedale, non sapeva di aver già partorito e dato alla luce la piccola che aveva in grembo. È la storia a lieto fine di Laura Ward, una insegnante britannica di scuola elementare che si è ritrovata a lottare contro il coronavirus in piena gravidanza ma ne è uscita e ora spera di poter tornare a casa in tempo per festeggiare il Natale con i suoi e la piccola, chiamata non a caso Hope, Speranza. Tutto è iniziato quando la 33enne ha iniziato ad accusare tosse persistente. Un primo test rapido è risultato negativo, poi uno molecolare ha dato esito positivo e la donna si è messa in isolamento. Le condizioni però sono peggiorate e infine ha dovuto ricorrere alle cure ospedaliere.
Dopo qualche giorno in ospedale e con il peggioramento delle condizioni della 33enne, i medici hanno deciso di farla partorire d'urgenza con un cesareo prima del coma. L'ultima cosa che Laura ricorda è di essere tornata nel reparto Covid e di aver annuito con la testa per dare il consenso al parto di Hope, poi da quel momento più nulla. Il ricordo successivo di Laura è stato il risveglio, sette settimane dopo, quando ha visto per la prima volta la figlia che non sapeva nemmeno di aver avuto. Anche per la piccola, nata con più di due mesi di anticipo, fortunatamente tutto si è risolto bene e, nonostante abbia trascorso cinque settimane nell'unità neonatale, è già tornata casa col padre.
Laura, che non aveva malattie pregresse, non si era vaccinata contro il Covid proprio perché temeva conseguenze sul feto. La malattia però l'ha colpita pesantemente e quando si è svegliata non riusciva nemmeno a parlare e accarezzare la piccola. La 33enne, dopo il coma, inoltre ha dovuto imparare di nuovo a fare le cose più elementari come camminare e parlare. Ora consiglia a tutte di vaccinarsi: "Non augurerei a nessuno quello che mi è successo, è meglio prevenire che curare".