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Entro il 2017 in Europa arriveranno 3 milioni di migranti e faranno crescere l’economia

Lo dice il commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici che parla di “numeri senza precedenti”, anche per l’economia. Se ci saranno gli sforzi di integrazione da parte degli Stati membri, ne deriverà un amento del Pil, in particolare dei Paesi di destinazione.
A cura di Biagio Chiariello
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Entro il 2017, secondo la Commissione europea, i rifugiati che tenteranno di cominciare una nuova vita in Europa saranno almeno tre milioni. "Un numero senza precedenti" come ha commentato il commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, che senza alcun dubbio avrà "un impatto economico" molto legato alle capacità dei diversi paesi di "integrarli nel mercato del lavoro". Per la Commissione, infatti, non solo l’Ue può assorbire senza grosse difficoltà una mole tanto significativa di persone in tre anni, ma può anche trarne effetti positivi, seppure moderatamente, sulla crescita.

Secondo le valutazioni effettuate da Bruxelles, l’arrivo dei richiedenti asilo potrebbe avere un impatto “debole ma positivo” sulla crescita europea, “dallo 0,2% allo 0,3% del Pil sino al 2017”, spiega Moscovici, secondo cui i risultati dell’analisi “combattono una serie di idee preconcette e difendono la posizione che Jean-Claude Juncker e la Commissione europea stanno portando avanti in materia”. Gli effetti positivi arriverebbero soprattutto dall’aumento di manodopera in Paesi la cui popolazione sta progressivamente invecchiando e dalla disponibilità dei profughi ad accettare anche lavori al di sotto del loro livello di qualificazione, coprendo quindi posizioni lasciate scoperte dagli autoctoni.

L'impatto positivo sul Pil dovrebbe essere di 0,25 punti percentuali al 2017 o, considerando un afflusso di lavoratori poco qualificati, di 0,2 punti nel medio termine. La Commissione ha valutato anche i costi dell'impatto della crisi dei migranti sui conti pubblici: 0,04% del Pil sul deficit Ue sia nel 2016 che nel 2017, ma potrebbe aumentare fino allo 0,03% e allo 0,05% nel 2019 e 2020. A conti fatti, l'arrivo di migliaia di rifugiati contribuisce a un graduale rafforzamento della crescita nella zona euro, secondo le stime di Bruxelles: dall'1,6% del 2015, al 1,8% nel 2016, all'1,9% nel 2017. Ha spiegato il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis: “Il mantenimento e il rafforzamento della ripresa richiedono che si approfitti di questo momento per perseguire una politica di bilancio responsabile, per stimolare gli investimenti, e per adottare riforme strutturali”.

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