Entrano in vigore oggi i dazi reciproci su 60 Paesi, Trump: “Mi leccano il c**o per fare accordi”

Dalle sei di questa mattina sono entrati in vigore i nuovi dazi imposti da Donald Trump sui prodotti importati da moltissimi Paesi. La nuova ondata di queste misure riguardano circa 60 partner commerciali degli Stati Uniti, tra cui la Cina, punita con tariffe al 104%.
Le percentuali delle aliquote dei diversi Paesi variano a seconda del surplus commerciale di Washington con ciascuno di loro e delle imposizioni fiscali e normative, che questi applicano sugli Stati Uniti. "Sono orgoglioso di essere il presidente dei lavoratori, non dei subappaltatori; il presidente che difende Main Street, non Wall Street", ha dichiarato il presidente durante la cena del National Republican Congressional Committee (NRCC) presso il National Building Museum di Washington. "So quello che sto facendo", ha detto ai repubblicani. "Essere il presidente che protegge la classe media, non la classe politica; e che difende l'America, non i truffatori commerciali del mondo intero", ha aggiunto in un video trasmesso sul suo social network Truth.
Queste nuove tariffe arrivano pochi giorni dopo che Trump ha imposto un dazio universale del 10% sulle importazioni di tutti i Paesi, fatta eccezione per Messico e Canada."Ora è il nostro turno di far pagare gli altri", ha esordito. "Ora la Cina sta pagando il 104%, è ridicolo, ma a lungo ci hanno fatto pagare il 100% su molte cose", ha aggiunto, accusando Pechino di star "manipolando" la valuta per compensare le imposizioni americane. Secondo Trump, gli Stati Uniti stanno facendo "una fortuna", calcolati in "due miliardi di dollari al giorno", con i dazi commerciali imposti nei confronti degli altri Paesi.
Trump annuncia nuovi dazi sul settore farmaceutico
Il presidente americano ha fatto sapere poi che presto verranno annunciati nuovi dazi sul settore farmaceutico, anche se non ha chiarito quando scatteranno né che entità avranno. L'intenzione è di "riportare negli Stati Uniti la produzione farmaceutica", ha detto lamentandosi del fatto che gli Usa non producono più i propri farmaci e insistendo sulla disparità nei prezzi che gli altri Paesi pagano per i farmaci. Una possibile mossa avrebbe conseguenze anche per l'Italia, che in questo settore vanta notevoli scambi commerciali con gli americani.
Trump ai Repubblicani: "Questi Paesi ci chiedono di leccarci il c**o"
Di fronte al panico dei mercati azionari, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso "accordi su misura", "non prêt-à-porter, ma di alta moda", prima di tutto con gli alleati militari degli Stati Uniti, come Giappone e Corea del Sud. Ha poi accolto con favore il fatto che decine di Stati, tra cui la Cina, a suo dire, stessero "facendo di tutto" per raggiungere un accordo con Washington. "Questi Paesi ci chiedono di leccarci il culo", ha commentato.
Tra i partner commerciali colpiti dalla politica tariffaria di Trump, c'è l'Unione europea su cui si abbattono, a partire da oggi, dazi al 20%. Trump ha spiegato che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha esortato a "evitare l'escalation" durante una conversazione telefonica con il premier cinese Li Qiang, pur implorando "una risoluzione negoziata".
Nel frattempo a mezzanotte sono entrati in vigore i controdazi canadesi su alcune auto americane. In un post su X il primo ministro canadese Mark Carney ha spiegato che "ci saranno dazi del 25% su tutti i veicoli non coperti dal CUSMA (Canada-United States-Mexico Agreement, l'accordo di libero scambio Canada-Stati Uniti-Messico Ndr) provenienti dagli Stati Uniti e tariffe del 25% sui componenti dei veicoli conformi al CUSMA non fabbricati in Canada o Messico". Trump "ha causato questa crisi commerciale e il Canada sta rispondendo con determinazione e forza", ha sottolineato Carney.
Le reazioni, Salvini: "Baciare il c**o a Trump? Immagine disgustosa"
"Baciare il c…o' a Trump? "L'immagine e' abbastanza disgustosa", ha tagliato corto Matteo Salvini, a margine di un incontro elettorale, rispondendo ai giornalisti a proposito dell'immagine usata dal presidente americano, "Si va a trattare con prodotti di eccellenza. Le imprese italiane producono qualità, non quantità. Quindi col dialogo penso che potremo tutelare i nostri imprenditori, i nostri lavoratori e i nostri risparmiatori", ha aggiunto il leader della Lega. "Se uno pensa di andare a trattare a Washington col bazooka sul tavolo, va ricoverato", ha ribadito.
"Trump dice che alcuni leader degli altri Paesi si mettono in fila per andare da lui a baciargli… una parte del corpo. Questa è la fine che fanno i sovranisti nostrani: promettono di pensare all'Italia e finiscono nell'elenco dei.. baciatori. Prima o poi la verità verrà a galla e si capirà che Meloni e Salvini non sono patrioti ma sudditi del sovranista americano". ha scritto sui social il leader Iv Matteo Renzi.
Cosa chiederà Giorgia Meloni a Trump
In Italia gli occhi restano puntati su Giorgia Meloni, che il prossimo 17 aprile volerà a Washington per incontrare il capo della Casa Bianca e convincerlo a trattare sui dazi. Ieri nell'incontro con le imprese la premier ha fatto sapere che chiederà di azzerare le tariffe sui prodotti industriali, proponendo la formula "zero per zero". Tra le possibili carte su cui il governo potrebbe puntare, ci sono anche gli accordi per l'acquisto di gas e armamenti statunitensi. Come preannunciato dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, secondo il quale migliore strategia di esportazione per l'Italia "è acquistare di più dagli Stati Uniti, penso soprattutto al gas, e investire di più negli Stati Uniti".