Emergenza umanitaria in Congo, migliaia di sfollati nei campi a Goma. MSF: “Aiuti indispensabili”
![Credits: Daniel Buuma (Medici senza Frontiere).](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2025/02/goma-1200x675.jpg)
Tra le grandi emergenze umanitarie che il mondo si trova ad affrontare e di cui ancora troppo poco si parla c'è quella nella provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, due settimane dopo l'occupazione della capitale provinciale di Goma da parte del gruppo ribelle M23, sostenuto dal vicino Ruanda. Sono state uccise migliaia di persone così come migliaia sono gli sfollati nei campi all'interno e vicino Goma, gravemente colpiti da violenze estreme.
È proprio su quest'ultimi che il team di Medici senza Frontiere, presente nella regione, ha accesso i riflettori con Fanpage.it e che, con l’aumento delle partenze dai campi, chiede che gli spostamenti delle persone sfollate siano volontari e che sia assicurata loro un’assistenza umanitaria d’urgenza.
![Credits: Daniel Buuma (Medici senza Frontiere).](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2025/02/goma-2.jpg)
Da quando sono cessati i combattimenti a Goma e l'M23 ha ottenuto il controllo di alcune parti della regione, gli spostamenti di persone sfollate dai campi e lungo le strade sono aumentati.
Alcuni campi si stanno svuotando rapidamente, di conseguenza un gran numero di persone si sta dirigendo verso le aree vicine, talvolta anche verso i propri luoghi di origine. "Questa settimana alcuni campi si sono svuotati quasi totalmente in poche ore", ha spiegato Thierry Allafort-Duverger, responsabile dei programmi di emergenza di MSF a Goma. "La gente lascia i campi con quel poco che ha. Non sappiamo in che condizioni torneranno a casa o cosa troveranno lì. Ma è fondamentale che questi spostamenti siano volontari e che le condizioni di accoglienza nelle aree di rientro siano sicure".
Ci sono poi persone sfollate che vorrebbero andar via dai campi dopo anni di sopravvivenza in condizioni disperate. Ma c’è anche chi sceglie di rimanere nei campi, preoccupato dalle condizioni di sicurezza e da ciò che potrebbe trovare a casa. "I messaggi che arrivano rimangono poco chiari. Quel che è certo è che la popolazione è molto preoccupata, mentre resta in balia di voci e realtà dei fatti", aggiunge Allafort di MSF. "Le famiglie sono estremamente vulnerabili. Gli aiuti umanitari sono indispensabili, sia per chi parte sia per chi resta. Purtroppo, constatiamo che diverse ONG non hanno potuto riprendere le loro attività o hanno sospeso i servizi di assistenza, smantellando le loro strutture all’interno dei campi".
![Immagine](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2025/02/goma-4.jpg)
MSF è particolarmente preoccupata riguardo la disponibilità di cure mediche nelle zone di rientro delle persone che lasciano i campi. Dopo anni di guerra, molte strutture sanitarie sono state depredate o abbandonate e non sono in grado di fornire assistenza né ora né nel lungo termine. Negli ultimi tre anni, la situazione nei campi intorno a Goma è stata disperata, persino scandalosa, e rischia di rimanere tale anche nei luoghi di ritorno se ong, agenzie ONU e autorità non garantiscono almeno un livello minimo di servizi essenziali.
Per assicurare un livello minimo di cure mediche agli sfollati nei luoghi di rientro, MSF ha allestito delle cliniche mobili lungo le strade che portano a est e a nord di Goma e sta monitorando anche altre aree in cui le persone sono dirette. Nonostante la situazione a Goma e dintorni sia in continua evoluzione, le équipe di MSF continuano a fornire assistenza vitale a chi vive ancora nei campi: cure mediche, trattamento dei casi di malnutrizione e colera e l’assistenza ai sopravvissuti a violenza sessuale. "Abbiamo estremo bisogno di un ospedale e di cibo. Era da 2 mesi che non ricevevamo alcun aiuto umanitario. Non posso andarmene di qua, non ho più una famiglia che mi aspetta né una casa, è stata distrutta dalle bombe. La scorsa settimana ci sono stati
continui spari e bombardamenti anche qui nel campo. Vivo nella paura, ma me ne andrò di qui. Aspetterò insieme ai miei figli", racconta Riziki, 30 anni, sfollata da Rubaya,
territorio di Masisi e, madre di cinque figli.
![Credits: Daniel Buuma (Medici senza Frontiere).](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2025/02/congo-3.jpg)