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Covid 19

Emergenza Covid in Cina, 40 milioni in lockdown a Shenzhen e Chengdu: rischio paralisi economica

Le città cinesi di Shenzhen e Chengdu sono tornate in lockdown dopo la scoperta di poche decine di casi Covid-19, il che rischia di bloccare l’economia dell’intero Paese alle prese anche con la peggiore siccità degli ultimi 70 anni.
A cura di Ida Artiaco
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In Cina continua l'incubo Covid-19: dopo che le autorità hanno scoperto poche decine di casi positivi al virus, due città sono tornate in lockdown.

Si tratta di Shenzhen, megalopoli ipertecnologica da 20 milioni di abitanti che ha bloccato 10 dei suoi distretti, e Chengdu, la capitale del Schuan, nella Cina Sud Occidentale, che ha imposto ai suoi 21 milioni di residenti di rimanere a casa dal pomeriggio di giovedì scorso.

I governi locali, dunque, perseguono la strategia Zero Covid che Pechino sta perseguendo dall'inizio della pandemia.

A Chengdu Covid e siccità rischiano di paralizzare l'economia

Il che sta portando una serie di difficile conseguenze economiche per il Paese del Dragone, per giunta in una fase difficilissima a causa della siccità, la peggiore in settant'anni, che affligge soprattutto le aree centrali della Cina tagliate dal grande fiume Yang-tze, la cui capacità è dimezzata. Con il lockdown causato dal Covid, in particolare Chengdu, che rappresenta circa l'1,7% del prodotto interno lordo ed è sede di numerose case automobilistiche e società tecnologiche, dovrà limitare ancora di più vita quotidiana e produzione industriale.

Molti grandi gruppi come Toyota, Foxconn e Tesla sono stati costretti a sospendere la loro attività. A ciò si aggiungono ora le chiusure dovute al Covid-19.

Misure rigidissime a Shenzhen

Le autorità di Shenzhen hanno dichiarato venerdì che una persona in ogni famiglia sarà autorizzata ad uscire a fare la spesa una volta al giorno per tutta la durata dell'isolamente. Tutte le attività sono state sospese. Il 90% dei 20 milioni di abitanti della città verranno sottoposti a test, a fronte degli 87 casi positivi registrati fino a sabato scorso.

Il sindaco della città Qin Weizhong ha dichiarato mercoledì scorso che la città avrebbe frenato il virus in modo rapido per garantire la sicurezza delle persone.

Anche altre città cinesi sono corse ai ripari, limitando le attività di ristorazione e dando inizio all'anno scolastico per via telematica. Il Paese sta combattendo un'ondata di riacutizzazioni di Covid-19 dall'inizio di agosto, quando il numero dei casi ha iniziato ad aumentare in Tibet e a Sanya, una località balneare del Sud. A causa dell'alta diffusione della variante Omicron, i contagi sono aumentati in quasi tutte le province.

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