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Emanuela Massicci uccisa a mani nude dal marito e poi vegliata per 7 ore: convalidato l’arresto

All’arrivo dei primi soccorsi, la vittima giaceva nella stanza da letto dell’abitazione come se fosse stata ricomposta ma aveva segni di tumefazioni ed ecchimosi sul viso e su tutto il corpo. Convalidato l’arresto del marito Massimo Malavolta che però rimane ricoverato.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Massacrata di botte e uccisa a mani nude dal marito in casa sua mentre i figlioletti erano nell’altra stanza e poi vegliata per 7 ore dall’uomo, il 48enne Massimo Malavolta. Così è morta Emanuela Massicci, la 45enne vittima di femminicidio trovata senza vita il 19 dicembre scorso nell’abitazione di famiglia a Ripaberarda, frazione di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno. È questa la prima ricostruzione degli inquirenti in base anche ai primi risultati dell’autopsia condotta ieri sul corpo della vittima.

Dai primi risultati degli accertamenti post mortem condotti dal medico legale, è emerso che Emanuela aveva lividi su ogni parte del corpo come se fosse stata picchiata selvaggiamente a lungo fino al decesso. La morte sarebbe avvenuta circa sette ore prima della chiamata del marito ai genitori per avvertirli e quindi del rinvenimento del cadavere. Emanuela Massicci, quindi sarebbe morta la sera del 18 dicembre prima che il marito avvertisse il padre  con una telefonata alle 5,30 del giorno dopo.

All’arrivo dei primi soccorsi sul posto, la vittima giaceva nella stanza da letto dell’abitazione come se fosse sta ricomposta ma aveva segni di tumefazioni ed ecchimosi sul viso e su tutto il corpo. Il marito invece era in stato di shock, ferito e sanguinante dai polsi dopo essersi tagliato le vene. In casa nelle altre stanze vi erano i figli della coppia di 11 e 12 anni.

L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e deve rispondere di omicidio volontario aggravato dal legame familiare ma è stato trasportato subito in ospedale dove è stato intubato e ricoverato in terapia intensiva. Il Gip ha convalidato per lui l’arresto e la custodia cautelare in carcere negando i domiciliari anche se per il momento l’uomo rimane piantonato all'ospedale Mazzoni perché non è trasportabile.

La sua legale ha presentato una "relazione psichiatrica" redatta in passato per un precedente caso di stalking. Nei documenti sarebbe evidenziata la presenza di "disturbi significativi" di natura psichiatrica ma al momento però non sono serviti per evitargli il provvedimento cautelare. Il giudice per le indagini preliminari, infatti, ha disposto che, non appena le condizioni di salute lo renderanno opportuno, Massimo Malavolta sarà condotto nel carcere di Marino del Tronto.

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