Chi vincerà le Elezioni USA tra Trump e Harris e cosa è cambiato dopo il dibattito: i sondaggi
Il fatto che Kamala Harris, candidata democratica alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, abbia vinto il dibattito televisivo con lo sfidante repubblicano Donald Trump, è piuttosto consolidato. Il 67% degli elettori afferma che sia andata bene, persino un 38% di votanti repubblicani, mentre per Trump il dato è fermo al 38% (e solo il 5% dei democratici). L'apprezzamento per la vicepresidente è stato trasversale, a prescindere da età, gruppo etnico di appartenenza o livello di istruzione.
Eppure, nonostante la performance deludente del tycoon – più concentrato su bufale razziste che sui punti deboli di Harris – l'elezione è ancora apertissima. Lo ha confermato un nuovo sondaggio curato da New York Times, Philadelphia Inquirer e Siena College. Oggi, a livello nazionale, Trump e Harris sono in perfetta parità con il 47% dei voti a testa. Insomma, la ‘vittoria' nel dibattito guardando da quasi 70 milioni di statunitensi non è bastata.
Ci sono dei dati positivi: dopo il passo indietro di Joe Biden, Harris è stata rapida a guadagnarsi il sostegno compatto dell'elettorato democratico, cancellando le divisioni e le incertezze che c'erano state fino a quel momento. Oggi, la vicepresidente ha il supporto della maggior parte delle donne (il 54%) e dei giovani (il 58% dei 18-29enni), oltre al 60% degli elettori non bianchi.
Ma i problemi che la candidata democratica deve affrontare non sono risolti. Ad esempio, tra gli elettori sono molti di più quelli che considerano Harris "troppo progressista" (il 47%) rispetto a quelli che considerano Trump "troppo conservatore" (il 35%). E a conferma che il dibattito non è stato risolutivo, la percentuale di cittadini che dicono di volerne sapere di più su di lei è rimasta relativamente ferma, attorno al 25%, senza scendere.
Il confronto tra i due leader ha cambiato più che altro la percezione della loro personalità. Sono aumentati gli elettori che ritengono Trump sia "sempre la stessa storia", intendendo che si tratti dell'ennesimo politico di Washington uguale agli altri. Ed è aumentata la percentuale di chi ritiene Harris una donna "intelligente". È il 69%, ben 18 punti in più di Trump, mentre prima del dibattito la differenza era di dieci punti. Il repubblicano, invece, fa meglio per quanto riguarda le aspettative sull'economia, e più elettori ritengono che sia rispettato dagli altri leader stranieri.
L'attenzione degli analisti, soprattutto nelle prossime settimane, si sposterà sempre di più sui singoli Stati. Come in ogni elezione presidenziale, infatti, conteranno soprattutto i risultati di alcuni ‘swing States‘, Stati sempre considerati in bilico tra Repubblicani e Democratici. Vincerli, sia per Trump che per Harris, sarebbe un passo importante verso la presidenza.
Così, il sondaggio si è concentrato anche sulla Pennsylvania. Qui, Harris fin dall'inizio di agosto ha un leggero vantaggio, che adesso è salito a quattro punti: 50% degli elettori, contro il 46% di Trump, grazie soprattutto all'enorme vantaggio nella capitale Philadelphia, dove vivono 1,5 milioni di persone sui 13 milioni di abitanti dello Stato e che ha una percentuale molto più alta di popolazione nera. Qui il supporto è al 76% per Harris contro il 16% di Trump.