Elezioni USA 2024, chi è in vantaggio tra Trump e Harris nei sondaggi e chi vince alla Camera e al Senato
Mancano pochi giorni alle elezioni negli Stati Uniti (si voterà nella notte tra il 5 e il 6 novembre, ora italiana) e i sondaggi mostrano ancora un grande equilibrio tra Kamala Harris e Donald Trump. Guardando ai singoli Stati chiave, quelli che sembrano restare più indecisi sono il Nevada e soprattutto la Pennsylvania, che ha abbastanza grandi elettori da diventare – potenzialmente – il punto decisivo nella corsa presidenziale.
C'è incertezza anche sui risultati di Camera e Senato. Per la prima volta nella storia degli Usa il controllo del Congresso si potrebbe invertire: la Camera potrebbe passare dai Repubblicani ai Democratici, e il Senato fare il percorso inverso.
Chi diventerà presidente tra Donald Trump e Kamala Harris
I sondaggi nazionali assegnano un leggero vantaggio a Kamala Harris (48,1% contro 46,7%), ma come è ormai noto questo dato è poco importante. Nel sistema statunitense, ciò che conta è arrivare ad avere almeno 270 grandi elettori. E per farlo è necessario vincere negli Stati chiave, quelli più indecisi, che possono assegnare la presidenza a uno o all'altro candidato.
Stando ai sondaggi più recenti, tra i sette Stati chiave individuati nelle scorse settimane ce ne sarebbero soprattutto due che sono ancora in bilico: il Nevada e la Pennsylvania. Escludendo questi due, e imaginando che Harris e Trump vincano tutti gli altri Stati in cui oggi sono in vantaggio (anche lieve), la situazione sarebbe questa: 262 grandi elettori per i Democratici, 251 per i Repubblicani.
La soglia da raggiungere, come detto, è di 270. Il Nevada ha sei grandi elettori, quindi non basterebbe a nessuno dei due. La Pennsylvania, invece, ne ha 19. In sostanza, se le cose si confermassero secondo le indicazioni dei sondaggi oggi, vincere la Pennsylvania significherebbe diventare presidente. Oggi, nello Stato, dalla media dei sondaggi Donald Trump avrebbe un vantaggio tra lo 0,4 e lo 0,6%. Naturalmente, però, bisogna ricordare che anche in diversi altri Stati il vantaggio di Trump su Harris e viceversa è molto risicato, e i pronostici potrebbero non essere tutti rispettati.
Cosa devono fare i Democratici per vincere la Camera
Bisogna poi ricordare che il 5 novembre non si voterà solamente per scegliere il o la presidente, ma anche per Camera e Senato. Tutti i 435 deputati della Camera sono in corsa per la rielezione, mentre tra i senatori solo 33 seggi su 100 saranno riassegnati. Oggi, alla Camera hanno una leggera maggioranza i Repubblicani (guadagnata alle elezioni di metà mandato del 2022), il Senato invece è controllato dai Democratici.
Le due camere non hanno esattamente gli stessi poteri. Tutte e due partecipano alla stesura delle leggi, ma la Camera discute le norme su bilanci, spese e entrate (spesso tra le più cruciali a livello politico), e per di più ha il potere di mettere in stato d'accusa i funzionari federali. Il Senato invece ha il compito di confermare le nomine effettuate dal governo (tranne quella a vicepresidente, che deve passare anche dalla Camera) e la ratifica dei trattati internazionali.
Partendo dalla Camera: i Democratici avrebbero bisogno di vincere solo quattro seggi in più rispetto a quelli che già controllano, su un totale di 435. Diversi distretti sono ancora contesi. Una zona critica potrebbe essere lo Stato di New York, dove nel 2022 i Repubblicani vinsero ben quattro seggi con pochissimo vantaggio (meno di cinque punti). Nel frattempo, i confini dei singoli distretti sono stati cambiati leggermente. Contando i voti con i nuovi confini, Joe Biden avrebbe vinto in ciascuno di questi distretti nel 2020.
Anche in California, ci sono cinque seggi repubblicani che sono considerati contesi. Vincere in almeno uno di questi aiuterebbe i Democratici. Ma, anche in questo caso, bisognerà aspettare i primi risultati per iniziare a fare previsioni esatte.
Cosa può succedere al Senato
Invece il Senato, controllato dai dem, vede i Repubblicani favoriti. Tra i 33 seggi che andranno a rielezione, la maggior parte sono attualmente democratici, e molti si trovano in Stati che tenderanno a votare i Repubblicani alle elezioni, stando ai sondaggi.
Il partito di Trump ha bisogno di vincere due seggi per controllare il Senato, ma gliene basterà uno solo se il tycoon sarà eletto, perché in caso di pareggio tra i senatori è il vicepresidente a dare il voto decisivo. I sondaggi indicano che in Montana e in West Virginia, attualmente rappresentate da senatori Democratici, dovrebbe essere relativamente semplice per i Repubblicani vincere.
Per di più, saranno contendibili l'Ohio (dove Trump ha vinto due volte nelle ultime due elezioni), Arizona, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin (tutti vinti da Trump nel 2016). Insomma, le opportunità per prendere il controllo del Senato sono tutte in mano ai Repubblicani. E per la prima volta in quasi 240 anni di elezioni, allo stesso tempo potrebbe succedere l'opposto alla Camera.