Elezioni Presidenziali USA 2012: Obama batte Romney (DIRETTA)
PARLA BARACK OBAMA:
Obama arriva al quartier generale di Chicago insieme alla moglie Michelle e alle figlie Sasha e Malia Anne e Sasha. Rende l'onore delle armi al candidato sconfitto Mitt Romney e poi dice: "Le diversità ed il confronto sono il marchio di fabbrica della nostra libertà". La platea è in visibilio: "Per l'America il meglio deve ancora venire – afferma Obama – Nonostante le differenze, ognuno di noi condivide la stessa idea di un'America non segnata dalla disuguaglianza". Il presidente afferma di tornare "alla Casa Bianca più determinato" e poi parla della situazione economica, l'elemento che ha contraddistinto questa tornata elettorale: "La nostra economia si sta riprendendo. Lavorerò per trovare quei compromessi necessari a portare il Paese avanti. Lavorerò con i leader di entrambe gli schieramenti per affrontare le sfide che possiamo risolvere solo insieme. Siamo una famiglia americana e andiamo avanti insieme".
Una bella frase è dedicata da Obama alla moglie Michelle: "Non ti ho mai amato di più, anche l'America ti ama" . E poi, scherzando con le figlie sulla possibilità di avere un secondo cagnolino dopo l'0rmai celebre "Bo", il cane presidenziale acquistato quando Obama ha varcato per la prima volta nel 2008 la soglia delha vinto la Casa Bianca , dice a Malia e Sasha: "penso per il momento che un cane sia abbastanza" .
Ore 12 – Il Colorado dice sì alla marijuana, il Maine ai matrimoni gay, la California alla pena di morte – Il 6 novembre non è stato solo il giorno del voto per la Casa Bianca. Oggi l'America si è svegliata con una serie di novità che faranno sicuramente discutere: Colorado e Washington hanno dato il via libera all'uso di marijuana per uso ricreativo, al contrario dell' Oregon, dove in realtà non è passata la proposta di depenalizzare il possesso e la coltivazione a scopo non terapeutico della cannabis. Quanto invece hanno votato i cittadini del Massachusetts. La California ha respinto l'abolizione della pena capitale. Il testo referendario prevedeva di sostituzione della condanna a morte con l'ergastolo senza la possibilità di libertà anticipata. Il "Golden State" ha detto "no" alla Prop.32, quella che imponeva l’etichettatura sui cibi contenenti Ogm. In Maine, Maryland e Washington gli elettori si sono pronunciati a favore delle nozze tra persone dello stesso sesso. Infine, una curiosa proposition arriva dalla contea di Los Angeles: agli elettori è stato chiesto di esprimersi sull'obbligo dell'uso dei preservativi durante le riprese di film a luci rosse. Complessivamente i quesiti sono 174, il numero più alto dal 2006 quando ne furono presentati 204.
Ore 7.05 – Romney parla al suo quartier generale; un breve discorso per ringraziare chi lo ha sostenuto e per augurare buona fortuna al Presidente rieletto: "Nazione vive momento critico. I nostri insegnanti devono ispirare i nostri figli […] Mia moglie Ann sarebbe stata una fantastica first lady […] Ringrazio Paul Ryan per quello che ha fatto per la campagna e per il Paese. Dopo mia moglie Ann è la migliore scelta fatta da me […] Ho appena chiamato Obama per congratularmi con lui. Gli auguro il meglio"
Ore 6.50: Obama vince anche in Ohio (siamo quasi al 90% dei voti scrutinati ed il Presidente in carica è in vantaggio di oltre 2 punti), mentre il candidato repubblicano pare abbia telefonato per ammettere la sconfitta. Romney infatti attendeva proprio la ratifica della sconfitta in Ohio per compiere questo rito tradizionale della politica a stelle e strisce.
Ore 6.40: Obama con una mail inizia a ringraziare i suoi supporter ‘da lontano' "Sto andando a parlare a Chicago – scrive dando del tu al mittente – ma volevo tu fossi il primo. Volevo farti sapere che tutto ciò non è accaduto per caso, hai contribuito affinché accadesse. Anche quando non è stato facile tu hai fatto sì che si andasse in avanti. Passerò il resto della mia presidenza a onorare questo sostegno e a fare quello che posso per finire ciò che abbiamo iniziaato. Oggi è la prova più evidente che contro ogni probabilità, gli americani sono in grado di superare gli interessi potenti. C'è ancora molto da fare. Ma per ora, grazie.
Ore 6.30 – Comincia a delinearsi anche il risultato delle elezioni per il rinnovo del Congresso e del Senato, con i repubblicani che confermeranno la maggioranza alla Camera ed i democratici quella al Senato: un ostacolo (peraltro ampiamente previsto) per il secondo mandato di Obama. Intanto attesa frenetica sia per il discorso del Presidente che per la telefonata dello sconfitto Romney (che ancora non ha parlato nemmeno al Congress Center di Boston).
Ore 6.15 – Continuano ad arrivare i dati relativi allo scrutinio in Florida ed Ohio e la sensazione è che Barack Obama possa ottenere anche i 18 grandi elettori dell'Ohio e i 29 della Florida: in entrambi gli Stati il suo vantaggio sul rivale repubblicano supera il punto percentuale. Obama davanti anche in Virgina, così come confermato resta il successo in Pennsylvania, mentre la North Carolina pare andare a Mitt Romney con il 50,6% dei consensi.
Ore 5.50 – Mitt Romney ancora non ha ammesso la sconfitta, mentre ormai appare chiaro che Obama ha superato la soglia dei 270 grandi elettori. C'è grandissimo fermento al comitato di Obama a Chicago, con migliaia di persone che aspettano ansiose il discorso di Barack Obama.
Ore 5.30 Ormai nessun dubbio: Barack Obama si conferma Presidente degli Stati Uniti d'America. Il nostro Hangout con i commenti della serata
Ore 5.10. La situazione è così sintetizzata:
Ore 4.40 – Proiezioni: California a Obama.Si riduce il vantaggio di Barack Obama nello Stato chiave dell'Ohio, invece: presidente al 50% dei voti, contro il 48% di Mitt Romney, riferisce la Cnn.
Ore 4.55 – OBAMA STA PARTENDO DALLA SUA CASA DI CHICAGO VERSO IL QUARTIER GENERALE.
Ore 4.40 – Twitter informa: 20 milioni di cinguettii nella notte elettorale. Un record assoluto.
Ore 4.37 – Il Wisconsin è lo stato di Paul Ryan. Considerato in bilico sin dalla prima tornata elettorale, si riteneva potesse finalmente pendere per colorarsi di rosso. Al contrario, Fox News assegna la vittoria a Obama, insieme alla Pennsylvania.
Ore 4.30 – Essendo il margine molto esiguo sia in Florida, sia in Ohio, la partita non è del tutto chiusa. Ci sono, ad esempio in Florida, circa duecentomila "provisional ballot", ovvero quei voti che verranno conteggiati fra circa dieci giorni. Nelle previsioni sono appannaggio dei democratici, ma non essendoci certezza, e visto che la differenza tra i due è così esuigua (poche decine di migliaia di voti), è una speranza alla quale Romney potrebbe appigliarsi.
Ore 4.26 – Al quartier generale di Romney la musica finisce, il silenzio impera, l'entusiasmo e la fibrillazione della vigilia si assopiscono. Tutti cominciano a rendersi conto di una partita persa in modo peggiore di come si pensasse.
Ore 4.24: Barack Obama è in vantaggio in Nevada, un altro degli Stati chiave. A sostenerlo è la Cbs sulla base degli exit poll. Altra notizia è la sconfitta di due estremisti, Akin, che aveva parlato di "stupro legittimo", e Mourdock l'antiabortista in Indiana.
Ore 4.26: Obama ha in Florida un vantaggio di 46000 voti. In Ohio la percentuale rimane di 52% per Obama, 48% a favore di Romney
Ore 4.20: a proposito dei "figli di" all'americana: il deputato democratico Jesse Jackson Jr., figlio del pastore simbolo della lotta contro la discriminazione razziale è stato rieletto nonostante i suoi problemi giudiziari e di salute. Jackson jr si ripresentava in Illinois.
Ore 4.04 – Ohio, 51% Obama, 49% Romney. Il distacco tra i due, da che un'ora fa si parlava di un distacco di 11 punti percentuali. Nello Utah, Romney trionfa nello stato dei Mormoni, cosa ampiamente prevedibile, viste le origini dello stesso candidato repubblicano. Ufficiale il successo di Obama anche nello ‘swing state' del New Hampshire con una percentuale del 53%, rispetto al 46% di Romney.
Ore. 3.40. Virginia, Florida, Ohio e Colorado restano in bilico. All'appello mancano gli Stati della Costa ovest. Ecco cosa dicono gli exit poll: un pareggio a 154 grandi elettori sui 270 necessari per conquistare la Casa Bianca, tra il presidente americano e lo sfidante repubblicano Mitt Romney. Gli Stati dove è testa a testa sono Colorado, Florida, Iowa, Missouri, Nevada, New Hampshire, North Carolina, Ohio e Virginia. Ecco gli altri:
OBAMA: Connecticut 7 Delaware 3 Illinois 20 Maryland 10 Massachusetts 11 Maine 4 Michigan 16 New Jersey 14 New York 29 Pennsylvania 20 Rhode Island 4 Vermont 3 Washington, DC 3 Wisconsin 10
ROMNEY:Alabama 9 Arkansas 6 Georgia 16 Indiana 11 Kansas 6 Kentucky 8 Louisiana 8 Mississippi 6 North Dakota 3 Nebraska 5 Oklahoma 7 South Carolina 9 South Dakota 3 Tennessee 11 Texas 38 West Virginia 5 Wyoming 3.
Ore 3.20: Torna un Kennedy – famiglia politica più celebre d'America- in Parlamento: è Joe III, nipote di Robert, che ha vinto nel collegio 4 del Massachusetts. Mancava un Kennedy dai tempi della morte di Ted.
Ore 3.07- Secondo una proiezione della Cnn, la Camera sarebbe stata assegnata al partito repubblicano.
Ore 3.06 – Cnn: Riferimento ai grandi elettori ottenuti sulla base degli stati in cui i candidati hanno ottenuto successo elettorale: per Romney Kansas 6, Nebraska 5, Louisiana 8, North Dakota 3, South Dakota 3, texas 38, Wyoming 3, Mississipi 6. Per Obama si parla di Michigan 16, New York 29, New Jersey 14.
Ore 2.55 – Meno di 45.000 voti di distacco tra Obama e Romney in Florida. Il distacco tra i due sarebbe di fatto quasi dimezzato.
Ore 2.52 – Florida, dopo il 56% di schede scrutinate, Obama in vantaggio di 3 punti. 51% contro 48%. Il prevalere di Obama non prende consistenza, il dato resta ancora ampiamente incerto.
Ore 2.41 – Sorrisi dallo staff di Obama. Segnali di ottimismo sulla base della grande affluenza e dell'andamento degli spogli in Ohio e gli altri stati cruciali.
Ore 2.35 – L'Arkansas e il Tennesse sono, come prevedibile, di Romney. La vittoria in questi due stati garantirebbe a Romney 17 voti di grandi elettori. Si porterebbe così ad un totale di 73, contro i 64 di Obama.
Ore 2.22 – In Virgina Romney è al 57%, Obama 42%. Questo dato potrebbe mettere in seria difficoltà una strada che per il presidente uscente sembrava in netta discesa.
Ore 2.16 – Non è mai accaduto che un presidente che lasci l'America con un tasso di disoccupazione ai livelli dell'8% venisse rieletto. Ad Obama potrebbe ricapitare, ma c'è da tene conto di una congiuntura economica decisamente complesso.
Ore 2.15 – La situazione attuale vede 64 grandi elettori a favore di Obama, 56 per lo sfidante Romney. Ma la situazione è in costante aggiornamento.
Ore 2.12 – L'Ohio sarebbe diviso tra gli operai metalmeccanici del nord, che è tutto pro Obama e il sud dell'industria del carbone, molto contrario alla politica ambientalista del presidente uscente.
Ore 1.58 – La Florida è al 41% dello scrutinio: Obama ha un 51% contro un 49% di Romney. La situazione è ancora instabile, ma si può dire che, qualora la Florida dovesse essere aggiudicata al presidente uscente, Obama avrebbe praticamente vinto le elezioni.
Ore 1.45 – La Cnn contraddice la Nbc e annuncia che il South Carolina sarebbe, come nelle previsioni, a favore di Mitt Romney.
Ore 1.42 – Piu' giovani e ispanici alle urne per eleggere il presidente americano. Questo dicono i primi exit poll. Il numero di afroamericani e' stabile al 13%, mentre i latinos sono aumentati di un punto, al 10%. A detta degli analisti sarebbe un buon segnale per Barack Obama: ispanici, afroamericani e giovani sono tradizionalmente ascrivibili l'elettorato democratico.
Ore 1.40 – Secondo la Nbc, lo stato del South Carolina sarebbe aggiudicato a Barack Obama.
Ore 1.31 – In Ohio, la prima proiezione è a favore di Obama: 51% contro 48% di Romney. Al repubblicano andrebbe il West Virginia. Il North Carolina vede un testa a testa con il 49%.
Ore 1.28 – Secondo indiscrezioni, la CNN sarebbe in possesso dei dati dello staff di Romney, che avrebbero constatato, già da domenica scorsa, un salto in avanti rilevante per Obama in Ohio, stato a quanto pare fondamentale.
Ore 1.25 – Aggiornamento Florida: la percentuale di un 50% a testa vede i due candidati divisi da soli 712 voti a favore di Romney.
Ore 1.20 – Secondo Alesina, in diretta su La7, Obama sarebbe costretto, non volendo abbassare la spesa, ad alzare la tassazione in maniera orizzontale, essendoci effettivamente pochi "super ricchi". In questo senso, Romney procederebbe in senso inverso, riducendo la spesa (su tutto intervenendo sull'ObamaCare) e non procedendo ad un rialzo di tassazioni. Per l'economista, dunque, Obama lascerebbe fra quattro anni, una situazione economica disastrata.
Ore 1.15 – Florida, 4% voto scrutinato: 55% Obama, 45% Romney. Il dato è rilevato sulla zona di Orlando, da un punto di vista elettorale storicamente molto varia. Avrebbe dunque, sebbene una bassissima percentuale scrutinata, una certa attendibilità.
Ore 1.11 – Confermato il Vermont che tende verso la scelta di Obama, così come era prevedibile il Kentucky pienamente orientato a scegliere Romney.
Ore 1.07 – Otto americani su dieci avevano scelto la propria preferenza di voto prima di ottobre, quando si e' tenuto il primo dei tre dibattiti fra il presidente americano Barack Obama e il candidato Mitt Romney. E' quanto emerge dagli exit poll preliminari e sostanzialmente la potrebbe dire lunga su come possano concludersi queste elezioni, visto che Obama, proprio prima del primo disastroso dibattito, era decisamente favorito.
Ore 1.00 – Dati Cnn: in Indiana Romney al 55%, Obama 43%. Virginia, 49% ad entrambi i candidati.
Ore 00.59 – Cnn, sondaggi intrerni dello staff di Romney darebbero Obama a cinque punti di vantaggio in Ohio
Ore 00.56 – La notizia è che Barack Obama abbia preparato due discorsi differenti. E' una prassi da parte dei candidati alla presidenza, ma è cosa che fa comunque effetto a sentirsi.
00.52 – Pochi minuti ai primi exit poll. La situazione per Obama è destabilizzata a causa delle percentuali con le quali Romney vincerebbe nei due stati di Kentucky e Indiana.
00.47 – 68% e Indiana 63% a Romney, dati pubblicati dall'Huffington Post. Il dato attesta per Romney, in stati storicamente repubblicani, un vantaggio sensibilmente alto.
Ore 00.36 – Mitt Romney ha appena finito di scrivere il discorso che pronuncerà in caso di vittoria alle presidenziali. Lo ha annunciato lo stesso candidato repubblicano ai giornalisti che si trovano con lui a bordo del volo che lo sta portando da Pittsburgh, in Pennsylvania, a Boston dove attenderà il risultato elettorale. "È lungo circa 1.118 parole, sono sicuro che cambierà prima che sia pronto perché non l'ho ancora passato alla mia famiglia, agli amici e ai consiglieri per avere le loro opinioni", ha spiegato Romney. "Finora ho solo scritto un discorso", ha proseguito, aggiungendo di non avere rimpianti: "Ho la sensazione che abbiamo messo tutto in campo, non abbiamo lasciato nulla nello spogliatoio, abbiamo combattuto fino alla fine e penso che questo è il motivo per cui avremo successo". L'ex governatore del Massachusetts ha anche fatto riferimento ai suoi genitori: "Di tanto in tanto penso a mio padre e a mia madre, mi sarebbe piaciuto che fossero stati qui per prendere parte a tutto questo".
Ore 00.34 – L'Empire State Building, grattacielo icona di New York, sara' illuminata con i colori del vincitore nella lunga notte elettorale americana. E' l'ultima trovata della Cnn che aggiornera' cosi i newyorkesi sui progressi dello spoglio delle schede fino a quando sara' raggiunta fatidica soglia dei 270 grandi elettori necessari per guadagnarsi la Casa Bianca. Quando il vincitore sara' definitivo, la cima sara' tutta blu nel caso di una riconferma di Barack Obama o tutta rossa se dovesse spuntarla il rivale repubblicano Mitt Rommey.
Ore 00.20 – Il sito Drudge Report, equivalente di qualcosa che somiglia al nostro Dagospia, ma al livello esponenziale, afferma che la Florida andrebbe, come nelle previsioni, a Romney, ma l'Ohio, stato chiave, sarebbe nelle mani di Obama. Così fosse, il presidente uscente sarebbe comunque favorito.
Ore 23.19 – Anche in Pennsylvania denunciati alcuni problemi elettronici relativi agli strumenti di voto. Indipendente da come andrà, le polemiche in merito alla questione faranno fatica a non ripresentarsi successivamente.
Ore 23.19 – Dalla nostra diretta web apprendiamo che dei sei miliardi di dollari spesi complessivamente per la campagna elettorale, la maggior parte è stata dedicata al settore televisivo, e che Mitt Romney avrebbe speso, nella parte finale della campagna, quattro volte ciò che è stato fatto da Obama.
Ore 23.03 – Ecco il video che da qualche minuto spopola nel web: una macchina elettorale "snobba" Obama, provando a votare il presidente uscente si vota Romney:
Ore 22.42 – Barack Obama, ecco invece il suo tentativo di raggiungere i pochi indecisi.
This guy's counting on you: OFA.BO/Q2sehB, twitter.com/BarackObama/st…
— Barack Obama (@BarackObama) Novembre 6, 2012
Ore 22.24 – Mario Calabresi, direttore de La Stampa, afferma a Sky Tg24 che il secondo quadriennio, per un presidente rieletto, è sempre molto più agevole, specie nei primi due anni, perché avvantaggiato dal non dover pensare ad una campagna elettorale futura. Potrebbe essere davvero uno dei fattori sui quali il presidente uscente può contare per la sua rielezione?
Ore 22.05 – Romney si dà alle composizioni in rima su Twitter per convincere gli ultimi elettori indecisi a preferire lui piuttosto che Barack Obama, Ecco il tweet:
We can’t afford four more years like the last. Vote today to ensure that the future will be better than the past mi.tt/UtXKer
— Mitt Romney (@MittRomney) Novembre 6, 2012
Ore 21.55 – Twitter, cartina tornasole, seppur variabile, di tutta la campagna elettorale, conferma una prevalenza di Tweet riguardanti Obama rispetto al suo sfidante repubblicano. L'analisi sarebbe relativa ai cosiddetti swing states, ovvero gli stati più indecisi, sulla base dei quali sarà decisa l'elezione. I dati dicono di uno schiacciante 40% in favore del presidente uscente a dispetto di un 24% per Romney.
Ore 21.41 – Un dato rilevante, nella giornata di oggi, ha decretato la percezione comune di una conferma alla Casa Bianca anche dall'Europa: le borse hanno confermato una sostanziale stabilità alla chiusura, segnale che gli analisti interpreterebbero come una sostanziale preponderanza a credere che nulla cambierà e che Obama sarà di nuovo presidente.
Ore 21.35 – Continuano ad essere ricorrenti le voci su macchine elettorali danneggiate in Ohio, che avrebbero creato seri problemi al normale svolgimento delle procedure elettorali. E' un fattore che potrebbe arrecare svantaggio al presidente uscente, giocando di fatto a favore di Mitt Romney.
Ore 21.23 – In una dichiarazione Obama si complimenta con Romney per la campagna elettorale condotta sin qui, non considerando assolutamente conclusasi la battaglia. Ecco la dishciarazione, quando oramai lo spoglio è dietro l'angolo:
Campagna brillante, Mitt. Match chiuso? No, Romney comizia e tira pugni anche dopo il gong.
Ore 21.13 – Il reclamo del Green Party riguardante le difficoltà dei software in merito al conteggio dei voti, è stata respinta dal giudice in Ohio.
#USA2012 il giudice in Ohio respinge il reclamo del Green Party sul software di conteggio voti instant.stilografico.com/2012/11/lameri…#LAmericaDecide
— Luca Alagna (@ezekiel) Novembre 6, 2012
Ore 20.25 – Continuano le operazioni di voto, ma non si ferma nemmeno la campagna elettorale dei due candidati, con Barack Obama impegnato in una interminabile serie di interviste (principalmente rilasciate a giornali dei cosiddetti swing states) cui seguirà la tradizionale partita di basket con i suoi collaboratori, mentre Mitt Romney e Paul Ryan continuano il loro viaggio (le ultime foto provengono da Cleveland).
Ore 19.55 – Mitt Romney e il suo vice Paul Ryan pranzano in un fast food di Cleveland (Ohio):
WENDY'S: Mitt Romney & Paul Ryan make an unscheduled stop in Ohio on Election Day via @ap twitter.com/CharlesDharapa…
— Charles Dharapak (@CharlesDharapak) Novembre 6, 2012
Ore 19.30 – Il gradimento di Obama e Romney su Twitter – Si chiama Twindex ed è il sistema di elaborazione dei dati sull'Election Day. Messo a punto in estate con la collaborazione di una agenzia demoscopica di area democratica, di una di area repubblicana (rispettivamente, il Mellman Group e il North Star Opinion Research) e di una società di elaborazione dati di nome Topsy, Twindex ha analizzato i circa 400 millioni di tweet, cinguettati quotidianamente da 140 millioni di utenti attivi. Il sistema, basandosi sul contenuto di ogni tweet, assegna a ciascuno un punteggio da uno a cento – uno il peggiore negativo e cento il massimo positivo. L'obiettivo è produrre una rilevazione quotidiana delle preferenze della gente nei confronti dei due candidati alla Casa Bianca. Al momento la situazione è la seguente:
Ore 19.15 – Bookmakers, Paddy Power paga già chi ha scommesso sulla vittoria di Obama– I "pollsters" americani hanno cercato in tutti i modi di non sbilanciarsi sul nome del possibile vincitore di queste presidenziali, ma qui in Europa le agenzie di scommesse non hanno dubbi: "Vince Obama!" Se William Hill e Ladbrokes danno Obama uno a cinque e Romney sette a due, per l'irlandese Paddy Power, una delle maggiori catene di ‘bet shops' nota per le sue scommesse controverse (nel 2008 mise in palio le probabilità che Obama fosse assassinato, recentemente ha applicato il'Justice Payout' per la partita tra Catania e Juventus, terminata tra le polemiche di tutto il mondo calcistico: gli scommettitori che avevano puntato sulla vittoria degli etnei hanno incassato la vincita), il presidente uscente ha già vinto le elezioni.
Ore 19.05 – La storia di queste elezioni in USA in una graphic novel targata Guardian. Questa è una delle tavole:
Ore 18.35 – Seggi deserti ad Atlantic City, caos in Florida – Seggi vuoti e niente file in una Atlantic City spettrale dopo il passaggio di Sandy: "e dire che abbiamo avuto un'affluenza superiore al passato", ha commentato Mike Jones, scrutatore al "polling site" allestito presso la sede della Salvation Army di Texas Avenue. Situazione diametralmente opposta a Miami, Florida. File lunghissime ed elettori costretti ad un'attesa di quasi 3 ore per esprimere il proprio voto. Del resto già in occasione dell'Early Vote, la Florida aveva fatto segnare problemi in questo senso. Lo stesso dicasi per New York, ma in questo caso c'entra ancora una volta Sandy. In alcune aree di Brooklyn, dove ci sono ancora problemi di elettricità, il numero dei seggi per votare è stato per forza di cose ridotto. Nell'Upper East Side, nei pressi della Fdr, una delle arterie principali della città allagata, le file in alcuni seggi sono di uno o due isolati.
Ore 18.05 – Obama vince le elezioni se … – Obama ha più percorsi verso la vittoria. Romney ne ha meno. In questa interessante infografica, Buzzfeed delinea tutte le strade che portano alla riconferma dell'attuale presidente USA o alla vittoria dello sfidante repubblicano, sulla base dell'ordine di chiusura delle urne. Si parte della Virginia (all'una in Italia, sapremo chi se l'è aggiudicata):
Ore 17.50 – Problemi tecnici ai seggi – David Rosa, candidato repubblicano al Congresso, non è riuscito a votare in Texas perchè secondo il computer del suo seggio aveva già votato. Secondo l'uomo, l'errore è nato da un problema di omonimia: essere stato scambiato con il figlio David Rosa II, che aveva già votato. Rosa si è detto «arrabbiato» per non aver potuto votare e ha rifiutato il voto su una scheda provvisoria, quella che viene utilizzata nelle situazioni incerte in attesa di una successiva verifica: «non mi muoverò di qui fino a quando non potrò farlo» ha detto il repubblicano che si candida in un distretto del Texas, nei pressi di San Antonio, a netta maggioranza democratica.
Ore 17.40 – Obama: "Abbiamo i voti per vincere" – Lo ha detto il presidente uscente, in occasione della sua visita al quartier generale dei democratici a Chicago: «Voglio fare le congratulazioni al governatore Romney per l'animata campagna elettorale»: ha aggiunto Barack.
Ore 17.20 – La campagna elettorale di Obama non è ancora terminata – Il presidente oggi sarà nella sua città natale, Chicago, in Illinois, dove seguirà un tradizionale rito scaramantico pre-elettorale: una partita di basket con amici e collaboratori. Prima però, meglio sentire i suoi collaboratori per un ragguaglio sulla situazione sul voto in USA. Come mostra la foto postata su Twitter dalla sua portavoce Jen Psaki, Obama si fermato nel quartier generale democratico a Chicago e ha messo mano al telefono:
POTUS makes stop at Chicago field office to make calls on election day twitter.com/jrpsaki/status…
— Jen Psaki (@jrpsaki) Novembre 6, 2012
16.30 – Mitt Romney ha votato – Il candidato repubblicano alle presidenziali, Mitt Romney, ha votato insieme alla moglie, Ann, poco dopo le 9 locali (le 15 in Italia) nel suo feudo di Belmont, nel Massachusetts, stato di cui è stato anche Governatore. Il presidente uscente Barack Obama, da parte sua, aveva già votato il 25 ottobre a Chicago, con l'"early vote" che ha già coinvolto 30 milioni di cittadini americani.
15.45 – MSN: L'81% della popolazione mondiale (Stati Uniti esclusi) voterebbe Obama – Secondo una ricerca del portale web Msn oltre 4 persone su 5 che che vivono fuori dagli USA darebbe il proprio voto all'attuale presidente nella corsa alla Casa Bianca. Il sondaggio ha coinvolto 36 paesi sono state raccolte 570mila “preferenze". Soltanto la Cina ha dato fiducia a Romney, con un 52 a 48. L'Italia, invece, è tutta dalla parte di Obama con l'87% dei voti.
Ore 15.15 – A Dixville Notch (New Hampshire) il primo spoglio finisce 5-5: Come da tradizione dal '48 il primo seggio aperto, poco dopo la mezzanotte, è stato quello di Dixville Notch. Il tutto si è svolto in appena 5 minuti, perché sono dieci gli abitanti del villaggio. Il risultato ha registrato una perfetta parità tra Barack Obama e Mitt Romney: cinque voti ciascuno. Urne chiuse anche ad Hart's Location. A Obama 23 preferenze, allo sfidante nove.
14.45 – La campagna elettorale su Twitter – Mai come stavolta le elezioni presidenziali americane si sono combattute su Internet. Anche se il web, sembra aver giocato un ruolo di primissimo piano sopratutto per Obama. L'attuale inquilino della Casa Bianca ne aveva già fatto un largo uso nella campagna elettorale del 2008, costringendo quasi gli avversari ad adeguarsi. Oggi Barack è uno dei più seguiti sui social network: su Facebook ha raggiunto 32 milioni di fan, mentre Romney è fermo a "soli" 12. Su Twitter, invece, il Presidente in carica conta quasi 22 milioni di seguaci, lo sfidante repubblicano solo un milione e 700mila. Questo l'ultimo tweet "elettorale" di Obama:
Time to vote! Grab a friend to join you and head over to your polling place: OFA.BO/V4bf74, twitter.com/BarackObama/st…
— Barack Obama (@BarackObama) Novembre 6, 2012
E quello di Romney ("Un futuro migliore ci aspetta là fuori. Scegliamolo oggi"):
A brighter future is out there waiting for us. Let’s choose it today. mi.tt/SRAiv9
— Mitt Romney (@MittRomney) Novembre 6, 2012
12.20 – E a Obama scappa una lacrimuccia … – La voce tradita dall'emozione. Poi una lacrima, una sola gli solca il viso, come mostrano le immagini della Reuters. Barack Obama, ieri sera in Iowa durante il suo ultimo comizio elettorale, è stato immortalato così dai fotografi. L'attuale presidente USA e candidato per il partito democratico stava spiegando l'origine dello slogan "Fired up, ready to go!": «Ho sentito questa voce urlare dietro di me … Ho pensato, sto correndo per la presidenza e dopo qualche minuto mi sono sentito ‘acceso', pronto a partire». A quel punto, non ce l'ha fatta.
11.45 – Non solo Obama-Romney, ecco chi sono gli altri 4 candidati – La corsa alla Casa Bianca non sarà esattamente a due. Oltre all'ex governatore del Massachusetts e all'attuale presidente, seppur con zero possibilità di venire eletti, ci sono anche Gary Johnson del partito libertario, Jill Stein dei verdi, Virgil Goode del partito della costituzione e Rocky Anderson del partito della giustizia. C'è però da dire che il loro nome non sarà presente sulle schede elettorali di tutta l'Unione, non avendo raggiunto i requisiti per concorrere in tutti gli Stati. Non è detto, però, che tra loro 4 non ci sia un outsider che possa condizionare il voto. Come già successo nel 1992, quando Bill Clinton fu eletto sconfiggendo George H.W. Bush, "grazie" a Ross Perot. Il magnate texano, candidato come indipendente, ottenne quasi il 19% del voto popolare, quasi 20 milioni di voti. Nessun "grande elettore", ma tolse voti determinanti ai repubblicani favorendo la vittoria di Bill Clinton.
11.20 – Obama-Romney, la sfida più costosa della storia – Le elezioni presidenziali 2012 faranno segnare questo record: secondo l’ultima stima dell’istituto di ricerca indipendente Center for Responsive Politics, la campagna elettorale dei due candidati alla Casa Bianca è costata oltre 6 miliardi. Un dato che si riferisce anche ai fondi raccolti dai rispettivi partiti e dai SuperPac, i comitati elettorali che sostengono Barack e Mitt, che dal 2010 hanno diritto di raccogliere risorse senza limiti. La cifra che supera di ben 700 milioni di dollari i 5,3 miliardi spesi per le elezioni del 2008.
10.45 – Si vota anche "contro" gli OGM e a favore della cannabis e della "morte dolce" – Di Election Day comunque bisogna parlare, dal momento che l'America non si vota solo. Ieri abbiamo parlato della Prop.37 contro gli OGM; il referendum si svolge in California e se dovesse passare, lo stato sulla costa ovest sarà il primo a prevedere l'etichettatura obbligatoria per i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati. Un'altra discussa proposta è quella sulla legalizzazione della marijuana. In Colorado, Washington, Oregon si voterà, infatti, per legalizzare l'uso della cannabis da parte di "adulti responsabili". Infine, per concedere il diritto all'eutanasia nel Massachusetts e nel Montana.
10.05 – Secondo il Washington Post l'Election Day non esiste più – Un interessante articolo del quotidiano della capitale americana, mette in evidenza come oggi non si possa più parlare di "giorno delle elezioni". Si calcola, infatti, che più del 30 per cento degli elettori registrati ha scelto di votare in anticipo (caos e lunghe file in Florida). E' il cosiddetto cosiddetto "early voting" che ha portato già circa 30 milioni di persone in 34 Stati americani ad esprimere la propria preferenza elettorale di persona o per posta. Inoltre, nel New Jersey è avvenuta una vera e propria rivoluzione. Lo stato è uno di quelli bersagliati dall'uragano Sandy (che a New York costringe ancora in molti a restare senza corrente elettrica e che ha portato a spostare 60 seggi), così il governatore ha autorizzato un "nuovo" tipo di voto: quello via fax.
Si vince grazie agli stati chiave e ai "grandi elettori" – Ohio che è anche uno degli stati chiave (insieme Colorado, Florida, Iowa, Michigan, Nevada, New Hampshire, New Mexico, North Carolina, Pennsylvania, Virginia e Wisconsin che decideranno queste presidenziali e dove Obama sembra sopra Romney di quattro punti percentuali, stando alle indicazioni di Reuters/Ipsos. Ad ogni modo per conquistare la Casa Bianca, sono necessari 270 "grandi elettori" su 538. Ciò significa che anche se la tornata elettorale dove chiudersi in pareggio per quel riguarda le percentuali del voto popolare, alla fine comunque prevarrebbe chi ha ottenuto il numero più alto di delegati. Secondo RealClearPolitics, l'attuale presidente americano ne avrebbe conquistati 303, 68 in più del suo avversario. Dato per scontato che l'Ohio è già in mano ad Obama, quest'ultimo potrebbe anche perdere il Colorado, la Virginia e la Florida, riuscendo comunque a sconfiggere Romney. Decisivo, in tal senso, sarà il voto in Florida, lo stato col più alto numero di grandi elettori, 29.
La situazione pro-Obama – Sono considerati " blue states" per il candidato democratico: California, Distretto di Colombia, Illinois, Massachussets, Minnesota, Oregon, Connecticut, Rhode Island, New Mexico, Maine, Washington, Delaware, Hawaii, Maryland, New York e Vermont, per un totale di 201 "grandi elettori" già sicuri per il presidente uscente. Il vantaggio per Obama, secondo le rilevazioni statistiche, è notevole anche in Michigan (16 delegati), Pennsylvania (20) e Wisconsin (10), per un rassicurante e rotondo 247. A quel punto sarebbe decisivo il voto in Ohio (18 "grandi elettori"). Se vince lì, Obama continuerà molto probabilmente ad essere il Presidente degli Stati Uniti. Da tener d'occhio è anche la situazione in Virginia (13) e North Carolina (15), tra gli "swing states" e anche in Florida, dove però appare in svantaggio.
La situazione pro-Romney – Sono considerati, invece, "red States" per Romney: Alabama, Alaska, Arkansas, Idaho, Kansas, Kentucky, Louisiana, Montana, Mississippi, Nebraska, Indiana, Georgia, Kansas, North Dakota, South Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, West Virginia e Wyoming. Dunque, 191 "grandi elettori" sarebbero già nelle mani dello sfidante repubblicano, per il quale comunque la strada verso la Casa Bianca è ardua. I sondaggi danno Michigan, Pennsylvania e Wisconsin a Obama, quindi Romney dovrà vincere per forza di cose in uno degli stati indecisi "big": Ohio, Virginia o Florida, oltre che in diversi altri "swing states".
I seggi chiudono alle 19 (l'una in Italia) – Bisognerà attendere le 19 (ora di New York, l'1 di mercoledì qui da noi), quando si chiuderanno i seggi in Georgia, Indiana, Kentucky, South Carolina, Vermont e sopratutto Virginia, per iniziare a capire se si avrà subito un vincitore o se la battaglia sarà all'ultimo voto. Quindi alle 19,30 (l'1,30 della notte italiana) chiuderanno i seggi in North Carolina e anche in Ohio, cruciale per entrambi i candidati con i suoi diciotto "grandi elettori". Mezz'ora dopo toccherà alla Florida (29 delegati) e a quell'ora il nuovo presidente USA potrebbe già avere un nome.
Questo il "calendario italiano" relativo alla chiusura dei seggi negli USA:
Ore 1.00: Gorgia, Indiana, Kentucky, South Carolina, Vermont e Virginia
Ore 1.30: North Carolina, Ohio e West Virginia.
Ore 2.00: Alabama, Connecticut, Delaware, District of Columbia, Florida, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, Mississippi, Rhode Island, Missouri, New Hampshire, New Jersey, Oklahoma, Pennsylvania e Tennessee.
Ore 2.30: Arkansas.
Ore 3.00: Arizona, Colorado, Kansas, Louisiana, Michigan, Minnesota, Nebraska, New Mexico, New York, North Dakota, South Dakota, Texas, Wisconsin e Wyoming.
Ore 4.00: Iowa, Montana, Nevada e Utah.
Ore 5.00: California, Hawaii, Idaho, Oregon e Washington.
Ore 7.00: Alaska.
È cominciato l'Election Day. Gli americani sono chiamati a votare per scegliere chi tra il presidente Barack Obama e lo sfidante repubblicano Mitt Romney guiderà il Paese per i prossimi quattro anni. Dopo settimane di una campagna lunga, combattuta e costosa e aspra, anche i sondaggi sono divisi: almeno due istituti (Abc news/ Washington post e Wall Street Journal/NBC) riferiscono di un sostanziale pareggio. Diversa la situazione secondo la rilevazione realizzate 48 ore fa dall'autorevole Pew Research Center, che assegna a Obama un vantaggio di tre punti a livello nazionale su Mitt Romney. Mentre per Usa Today-Gallup lo scarto tra i due contendenti è di 4 punti a favore dell'attuale inquilino della Casa Bianca. Insomma, anche Romney lo ha detto, in occasione di uno degli ultimi comizi in Ohio: "La vittoria di Obama è possibile, non probabile".