Elezioni presidenziali Tunisia, Saied vince con oltre l’89% (secondo gli exit poll), ma è record astensione
Il presidente uscente Kais Saied avrebbe vinto le elezioni presidenziali di ieri in Tunisia, con oltre l'89% delle preferenze, secondo un exit poll trasmesso dalla televisione nazionale Wataniya alla chiusura dei seggi. I risultati definitivi dovrebbero arrivare "al massimo entro mercoledì", secondo l'autorità elettorale Isie.
Saied, 66 anni, avrebbe dunque ampiamente battuto, secondo il sondaggio realizzato dall'istituto Sigma Conseil, l'industriale liberale Ayachi Zammel, che avrebbe ottenuto solo il 6,9% dei voti, e l'ex deputato della sinistra panaraba, Zouhair Maghzaoui, ultimo con 3,9% dei voti. La conferma di Saied era ampiamente prevista: il capo di Stato uscente, accusato di "deriva autoritaria", era dato per vincente già alla vigilia.
Il presidente tunisino Saied, in attesa soltanto dell'ufficializzazione della sua vittoria, ha commentato i primi risultati ringraziando i propri sostenitori nel quartier generale della sua campagna elettorale, accompagnato dalla moglie. Sulla televisione nazionale Saied ha dichiarato che "ciò che la Tunisia sta vivendo oggi è il completamento della rivoluzione. Costruiremo e costruiremo, come vuole la gente, e ripuliremo il Paese da tutti i corrotti e dai cospiratori, e non esagero quando dico cospiratori".
"Il popolo tunisino ha dimostrato una consapevolezza profonda e una resilienza storica senza precedenti", ha assicurato Saied, aggiungendo che la Tunisia resterà indipendente e libera per sempre, rifiutando ogni ingerenza negli affari interni del Paese. Tornando ai risultati degli exit poll, ha sottolineato che bisognerà comunque aspettare i risultati ufficiali del corpo elettorale, "anche se i risultati di questi istituti di sondaggio sono vicini alla realtà nella maggior parte dei paesi". Dopo il suo discorso nel suo quartier generale, Saied ha salutato la folla sulla centrale Avenue Habib Bourguiba della capitale già straripante di suoi sostenitori.
Intanto i due candidati rivali Ayachi Zammel e Zouhair Maghzaoui hanno dichiarato di non riconoscere i risultati letti sulla televisione nazionale. Maghzaoui, ex deputato della sinistra panaraba, ammiratore del brasiliano Lula, terzo con il 3,9% secondo l'exit poll, dal suo quartier generale ha assicurato "che i sondaggi sono errati e servono a preparare il terreno affinché i tunisini accettino i possibili risultati che saranno annunciati domani dalla Commissione elettorale".
"Rimango quindi fiducioso che le istituzioni statali proclameranno risultati diversi da quelli annunciati, perché gli indicatori che abbiamo sono completamente diversi", ha affermato, invitando il presidente Saied a rispettare l'intelligenza dei tunisini. Anche il team elettorale di Ayachi Zammel, in carcere dal 2 settembre scorso e condannato a diversi anni di prigione per raccolta di firme false nel suo dossier di candidatura, ha dichiarato di non riconoscere le stime dell'exit poll che lo vedono secondo al 6,9%, ritenendo che la televisione nazionale abbia infranto la legge rendendo pubblici i risultati di questo sondaggio con l'obiettivo di influenzare l'opinione pubblica. L'équipe elettorale di Zammel ha inoltre comunicato di essere in attesa della pubblicazione dei risultati preliminari delle elezioni da parte dell'Alta Autorità Indipendente che avverrà questa sera intorno alle 19.30 (20.30 in Italia).
Astensione record in Tunisia: sotto il 30%
L'autorità elettorale Isie ha annunciato una partecipazione al di sotto del 30%: il dato comunicato il 27,7%, molto deludente rispetto al 45% di cinque anni fa al primo turno. Il presidente dell'Isie, Farouk Bouasker, ritiene questo tasso "rispettabile", minimizzando il dato, anche se si tratta del livello più basso per un primo turno di elezioni presidenziali dal rovesciamento del dittatore Ben Ali nel 2011, dopo la rivoluzione araba.
Ma il dato dell'affluenza non è secondario: l'opposizione, dopo l'eliminazione di molti aspiranti candidati alla poltrona, condotta dall'Isie negli scorsi mesi, adducendo pretesti vari, aveva inviato i tunisini a "boicottare in massa il voto". Un appello che, alla luce dei dati, sembra aver avuto la meglio sulla maggior parte dei circa 10 milioni di elettori che avrebbero dovuto recarsi alle urne.