Elezioni presidenziali in Siria: urne aperte solo nelle aree controllate da Assad
Urne aperte in Siria dove oggi, dalle 7 alle 19, sono iniziate le elezioni presidenziali. Il risultato appare scontato, con la riconferma di Bashar al Assad che conta di vincere facilmente e continuare a governare anche per i prossimi sette anni. La consultazione si tiene in un clima agghiacciante: dopo oltre 3 anni di guerra e centinaia di migliaia di morti sulle schede elettorali, per la prima volta da 50 anni a questa parte, appaiono i nomi altri candidati non appartenenti alla dinastia degli Assad. La decisione, tuttavia, appare come una vera e propria farsa: malgrado il ministero dell'Interno abbia assicurato che più di 15 milioni di persone andranno a votare, l'opposizione ha spiegato come le consultazioni escludano partiti e candidati apertamente contrari al regime di Assad. "Queste elezioni sono una farsa – ha spiegato ad Al Jazeera un esponente dell'opposizione – e noi non le riconosceremo. Gli unici siriani che andranno alle urne saranno quelli che tuttora sostengono il governo".
Elezioni in Siria: contro Assad due candidati sconosciuti
Assad dovrà affrontare due concorrenti praticamente sconosciuti: Hassan al-Nuri e Maher al-Hajjad. Il primo ha studiato a lungo negli Stati Uniti, parla fluentemente l'inglese e, all'agenzia France Press, ha dichiarato di aspettarsi di arrivare secondo, alle spalle del presidente. Insieme all'altro sfidante (al-Hajjad) nell'ultimo periodo ha lievemente criticato il regime di Assad, stando comunque ben attento a non esasperare i toni per nopn essere bollato come "terrorista vicino ai guerriglieri ribelli". I due candidati, dunque, non hanno fatto menzione delle violenze degli ultimi tre anni ed hanno attaccato solo su corruzione economica e politica.
Elezioni in Siria: urne aperte solo nelle città controllate dal regime
Nel frattempo, mentre milioni di cittadini si recheranno alle urne, la guerra non accenna a placarsi. I bombardamenti proseguono con cadenza quotidiana ad Aleppo, Hama, Damasco, Idlib e Daraa. Vista la situazione i seggi sono stati aperti solo nelle aree del paese controllate dal regime, tanto che l'opposizione non ha esitato un istante a definire le elezioni una "parodia della democrazia".