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Elezioni India 2024, dai risultati il premier uscente Modi vince ma non stravince

Narendra Modi, primo ministro indiano uscente, ha rivendicato la sua vittoria alle ultime elezioni: “Si tratta di un’impresa storica per l’India”, ha scritto su X. Ma secondo le proiezioni dovrebbe ottenere una vittoria di misura, molto inferiore rispetto alle attese. I voti non sono ancora definitivi: al suo partito è assegnato il 37% delle preferenze e la sua coalizione dovrebbe ottenere 284 seggi (la maggioranza è a 272). Festeggiano anche i rivali di Modi: il principale partito di opposizione, il Congresso, dovrebbe raddoppiare i suoi seggi, passando da 52 a 98 deputati.
A cura di Luca Capponi
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Nelle elezioni in India il primo ministro uscente Narendra Modi ha festeggiato la vittoria. Non ci sono ancora risultati ufficiali, ma in base alle proiezioni la coalizione NDA, di cui fa parte Modi, avrebbe ottenuto una vittoria di misura. Il suo partito (Bjp) dovrebbe aver ottenuto il 37% dei voti e la sua coalizione risulta avanti in 284 seggi. È un risultato molto inferiore rispetto alle elezioni del 2014 e del 2019, ma sufficiente per garantirgli la maggioranza (fissata a 272 seggi). Le elezioni in India sono durate un mese e mezzo e hanno visto la partecipazione di 642 milioni di persone, con un'affluenza al 66% (su circa 1 miliardo di aventi diritto al voto).

"La gente ha riposto la propria fiducia nell'Alleanza Nazionale Democratica, per la terza volta consecutiva! Si tratta di un'impresa storica nella storia dell'India", ha scritto su X il presidente uscente, che ha governato nelle ultime due legislature. Festeggiano però anche le opposizioni, mai così vicine alla coalizione di governo. Il partito del Congresso, di opposizione, ha definito le tante preferenze raccolte alle elezioni dalla sua coalizione una "vittoria per la democrazia" e una "sconfitta morale e politica" per il primo ministro Narendra Modi.

Se la vittoria della coalizione NDA sembra ormai appurata – sia pure con dimensioni inferiori alle aspettative – non è scontato che Narendra Modi venga confermato a capo del governo, proprio in virtù del poco scarto con cui si sarebbe aggiudicato la competizione. Per la prima volta in dieci anni, infatti, il leader del Bjp non sarebbe riuscito a ottenere la maggioranza assoluta per il Parlamento e dovrà formare un governo di coalizione. La sfida era sostanzialmente tra il gruppo di liste guidato dal BJP, il partito di Narendra Modi, e la principale coalizione di opposizione, che si chiama INDIA ed è guidata da Rahul Gandhi. Nelle settimane precedenti al voto – le cui operazioni sono durate, a causa della grandi dimensione del paese, circa un mese e mezzo – Modi aveva presentato le elezioni come un referendum su se stesso e i sondaggi gli assegnavano una vittoria larga. Secondo quanto riferisce il quotidiano "Hindustan Times", domani si terrà una riunione della NDA, la coalizione guidata da Modi, per discutere dei prossimi sviluppi.

Cosa dicono le ultime proiezioni: Modi ottiene la maggioranza relativa

Secondo le ultime proiezioni la coalizione guidata dal Bharatiya Janata Party (BJP), il partito del primo ministro Narendra Modi, risulta avanti in 284 seggi. Si tratterebbe di una vittoria di misura, dal momento che per ottenere la maggioranza occorrono 272 seggi. L'opposizione, guidata dal leader del Congresso Rahul Gandhi si sarebbe fermata a 224 seggi. Per Modi, leader nazionalista indù al potere dal 2014, sarebbe un risultato che ridimensiona il suo potere. Non solo in confronto alle attese, che gli assegnavano una vittoria più larga, ma anche considerando che nelle elezioni del 2019 il BPJ di Modi si assicurò 303 seggi e la coalizione NDA, che lo sostiene, ben 353.

Le elezioni per il rinnovo della Camera del Popolo, il ramo più importante del Parlamento indiano, hanno visto la partecipazione di 642 milioni di persone – gli aventi diritto al voto sono un miliardo. Le operazioni di voto si sono divise in sette fasi, non solo per il gran numero di elettori ma anche per i tempi tecnici necessari per spostare militari e macchine per il voto, oltre che per la concomitanza di numerose feste religiose. Si è iniziato a votare lo scorso 19 aprile e si è finito sabato 1 giugno. Si è votato con un sistema maggioritario: il paese è stato diviso in 543 collegi, che hanno eletto altrettanti deputati.

Il primo ministro dell'India viene eletto dal Parlamento ed è, di fatto, il capo politico del paese, visto che il Presidente ha poteri più che altro cerimoniali. Secondo Bloomberg, anche qualora Modi dovesse riuscire a formare una maggioranza, non sarebbe sicura la sua conferma come capo del governo. "Gli alleati starebbero pensando a dei candidati più moderati", si legge.

Le conseguenze sul mercato azionario

Proprio a causa di questa vittoria di dimensioni inferiori rispetto alle attese per l’alleanza di Modi, il mercato azionario indiano è crollato, cancellando quasi 35 miliardi di dollari in valore di mercato: l’indice NSE Nifty 50 è sceso del 5,9% a Mumbai, il giorno peggiore in più di quattro anni. Dal quartier generale del Bjp, cercano di buttare acqua sul fuoco: "C’è da festeggiare perché per la seconda volta nella storia dell’India indipendente un leader ottiene il terzo mandato consecutivo — ha dichiarato Nalin Kohl, portavoce del Bjp — Ma ora ci aspettiamo le scuse del Partito del Congresso che ha continuato a parlare di minaccia alla democrazia e insinuato che avessimo manomesso le macchine elettorali".

I risultati delle elezioni in India nei singoli collegi

A scrutinio ancora in corso, il Bjp avrebbe ottenuto il 36,9% delle preferenze, un risultato leggermente inferiore rispetto al 2019. Il premier indiano uscente Narendra Modi si è aggiudicato il suo seggio a Varanasi, città considerata la "capitale spirituale" dell'India. Il Congresso nazionale indiano (Inc), principale partito di opposizione, sembra destinato a raddoppiare i suoi seggi: passerebbe infatti da 52 a 98 deputati. Rahul Gandhi, leader di Inc nonché della coalizione Alleanza nazionale indiana per lo sviluppo inclusivo (India), ha vinto in entrambi i collegi in cui si è presentato: a Wayanad, nello Stato del Kerala, e a Raebareli, nell'Uttar Pradesh. Anche il partito comunista indiano marxista-leninista ha ottenuto una vittoria: ha trionfato nel collegio di Arrah ed entrerà per la prima volta in parlamento.

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