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Elezioni in Russia, annulla la scheda per protesta contro Putin: “Così ho votato Navalny, senza paura”

Almeno 80 arresti oggi in Russia, secondo Ovd-Info. Alla periferia di Mosca “la polizia controllava le schede e sequestrava quelle che non contenevano la preferenza per Putin”, denuncia un responsabile dell’organizzazione che monitora le elezioni.
A cura di Riccardo Amati
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A mezzogiorno del 17 marzo 2024 migliaia di russi in coda davanti ai seggi hanno potuto rendersi conto di non essere soli. Si sono guardati negli occhi e hanno capito che ci sono anche altri che hanno idee politiche diverse da quelle del regime. "È molto importante", dice a Fanpage.it Nikolay Lyaskin. Ci mette nome e faccia. Ha postato su X una foto della scheda elettorale che ha appena annullato.

Ci ha aggiunto a penna il nome di Navalny, e una crocetta per votarlo. Ha "votato" anche per ognuno dei tre pseudo-candidati che in teoria dovrebbero opporsi a Vladimir Putin. Tanto per chiarire chi è l’obiettivo della protesta. "Non avrei potuto fare diversamente", spiega. "Annullare così la scheda è il modo per far sì che non ti rubino il voto".

"Ho inserito l’unico che meritava di diventare presidente: Navalny"

Per esser certi, o quasi, che non venga contato per Putin o per uno dei tre candidati di comodo. "Ho inserito l’unico che meritava di diventare presidente: Navalny", aggiunge Lyaskin. Lo ha fatto apertamente e ce lo dichiara senza richiedere l’anonimato. "Non ho paura", ci spiega Lyaskin su WhatsApp. "Annullare la scheda è un mio diritto. Non infrango la legge facendolo".

In realtà, Nikolay Lyaskin potrebbe subire conseguenze penali gravi, a causa della "legge sull’estremismo" o delle molte altre norme introdotte dal governo per reprimere qualsiasi opposizione. Lyaskin lo sa benissimo. Ma ci è abituato. L’ultima volta che ci avevamo parlato era appena stato arrestato durante una manifestazione. Si erano dimenticati di sequestrargli il telefonino.

Lo avevamo incontrato per la prima volta nel 2016 presso la sede del Fondo anticorruzione di Alexei Navalny, di cui era uno dei collaboratori più vicini. E lo avevamo seguito in quello stesso anno durante le elezioni politiche, a cui si era inutilmente candidato. Sembra di parlare di un’altra era geologica. Nella quale gli oppositori potevano ancora pensare di cambiar le cose con la politica, in Russia.

La protesta di Yulia Navalnaya: "Ho scritto nome di Alexei"

La protesta di mezzogiorno ha funzionato. Nonostante la repressione e i rischi per chi vi ha partecipato. Yulia Navalnaya, che l’ha indetta, era presente a Berlino, insieme ad altri dissidenti in esilio e a centinaia di altre persone in coda per votare al seggio dell’ambasciata russa. Ha scritto sulla scheda il nome del marito. Proprio come ha fatto Nikolay Lyaskin.

Decine di arresti durante le elezioni in Russia

Certo per chi è andato a votare all’ora stabilita in Russia è stato tutto parecchio più complicato. L’organizzazione non governativa Ovd-Info, che monitora la repressione del regime, tre ore prima della chiusura dei seggi contava almeno ottanta arresti. In alcuni casi i poliziotti hanno riempito i loro Avtozak, i cellulari per trasportare i detenuti, senza saper bene quale reato ipotizzare per i prigionieri. E dopo un po’ li hanno rilasciati.

Persone in coda per votare a San Pietroburgo
Persone in coda per votare a San Pietroburgo

L’esempio più eclatante di cosa sia una tornata elettorale in Russia lo dà a Fanpage.it uno dei responsabili di Ovd-Info, Dan Storyev. "A Odintsovo (centro di 180mila abitanti nell’Oblast di Mosca, alla periferia ovest della capitale, ndr), i poliziotti hanno accerchiato alcuni seggi elettorali e controllato ogni scheda prima che venisse inserita nelle urne, sequestrando quelle che non corrispondevano a quanto previsto negli ordini ricevuti". Storyev racconta di persone "arrestate solo per aver scritto ‘no alla guerra’ sulla scheda".

Una circostanza che forse dovrebbe portare certi sedicenti pacifisti delle nostre parti a riflettere sulla loro spesso malcelata passione per la Russia di Putin. Si può essere in buona fede. Esser volutamente ciechi e sordi però è distruttivo.

"Molti russi non hanno paura"

Proteste al voto, in coda a mezzogiorno contro Putin
Proteste al voto, in coda a mezzogiorno contro Putin

Secondo l’attivista Dan Storyev, nell’ultimo giorno del voto "si è avuta la dimostrazione che, nonostante la repressione, molti russi non hanno paura" e si oppongono ancora al regime. "La giornata è stata importante per dar modo alla società civile rimasta in Russia di riconoscersi. E per capire quanto il Cremlino abbia paura che questa società possa esprimersi in modi più clamorosi contro il sistema Putin".

Chiediamo all’attivista di Ovd-Info se le code viste un mese fa ai funerali di Alexei Navalny e quelle viste oggi a mezzogiorno ai seggi possano essere l’inizio di qualcosa. "Non è l’inizio di qualcosa", risponde. "Per molti anni tanti russi si sono opposti, mentre Putin implementava il suo attacco alle libertà civili. E il mondo sembrava non accorgersene. L’invasione dell’Ucraina ha accentuato il tutto ma non ha cambiato la tendenza in atto da tempo". Se oggi ricomincia qualcosa, conclude Storyev, "si tratta comunque di qualcosa che impiegherà anni se non decenni a maturare e a cambiare la Russia, facendone un Paese normale, pacifico e felice".

Navalny voleva "una Russia felice". Era un suo slogan. Una di quelle sue frasi in grado di emozionare molti russi e di entrare nel vocabolario comune. Il dissidente morto in modo sospetto il 16 febbraio scorso nel carcere siberiano dove era detenuto — ingiustamente secondo tutte le organizzazioni per i diritti umani — era ancora ben vivo il 17 marzo. Era il convitato di pietra di queste elezioni. E ha avuto i suoi voti.

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