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Elezioni in Iran, vince il riformista Pezeshkian: è il nuovo presidente della Repubblica islamica

Il riformista Massoud Pezeshkian sarà il nuovo presidente della Repubblica islamica dell’Iran. Con circa il 53% dei voti l’ex ministro della Sanità ha sconfitto al ballottaggio il rivale Said Jalili, fermo al 44%. Al secondo turno l’affluenza è stata del 49,8%.
A cura di Giulia Casula
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Masoud Pezeshkian
Masoud Pezeshkian

La Repubblica islamica dell'Iran ha scelto il successore di Ebrahim Raisi, morto in un incidente aereo lo scorso maggio scorso. Il prossimo presidente sarà il riformista Massoud Pezeshkian, che al ballottaggio delle elezioni presidenziali iraniane ha sconfitto l'ultraconservatore Said Jalili.

La Commissione elettorale iraniana ha reso noto che l'ex ministro della Sanità ha ottenuto 16.384.403 voti (circa il 53%) contro i 13.538.179 (circa il 44%) del suo rivale Jalili,  in un totale di circa 58mila seggi locali e 314 seggi in oltre 100 Paesi stranieri. Al secondo turno delle presidenziali iraniane l'affluenza si è attestata al 49,8%: alle urne si sono recati circa 30.530.157 elettori dei 61.452.321 aventi diritto. Al secondo turno la partecipazione è stata di 10 punti percentuali superiore rispetto al primo, quando invece si era registrato il dato più basso di sempre, appena il 40%.

Così il medico di origine azera, parlamentare da circa vent'anni sarà il nono presidente del Paese mediorientale a maggioranza sciita. Nel suo primo messaggio dopo la vittoria elettorale, Pezeshkian ha voluto ringraziare i cittadini iraniani che sono andati a votare "con amore e per aiutare" il Paese. "Tendereremo la mano dell'amicizia a tutti. Siamo tutti popolo di questo Paese. Ci sarà bisogno di tutti per il progresso del Paese", ha detto alla televisione nazionale.

Durante la sua campagna elettorale si é espresso apertamente contro la mancanza di trasparenza del governo durante le proteste a livello nazionale innescate dalla morte della giovane curda Mahsa Amini nel settembre 2022. Esperto cardiochirurgo, è stato alla guida del ministero della Sanità sotto l'ex presidente riformista Mohammad Khatami, dal 1997 al 2005.

Negli anni ha più volte criticano il governo sulla questione dell'hijab obbligatorio, senza arrivare a chiedere però l'abrogazione della legge che impone l'uso del velo per le donne. Sostenitore dell'accordo sul programma nucleare iraniano (Jcpoa), ha anche promesso di migliorare le relazioni con gli Stati Uniti. Secondo il neopresidente eletto i rivali conservatori sarebbero i principali responsabili delle difficili condizioni economiche del Paese. L'accusa è di non aver agito abbastanza per rilanciare il Jcpoa, da cui gli Stati Uniti, allora guidati da Donald Trump si ritirarono nel 2018.

Pezeshkian è stato sostenuto da Khatami (che nelle parlamentari tenutesi a marzo si era invece astenuto) e dall'ex ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif. Negli scorsi anni l'ex ministro ha condannato in più occasioni l'amministrazione presidente defunto Ebrahim Raisi, ma non ha mai rivolto apertamente le sue critiche alla Guida Suprema, Ali Khamenei.

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