Elezioni in Francia, scontri a Rennes e Lione dopo il primo turno, Le Pen insegue i moderati
Dopo il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, che ha visto andare al ballottaggio il presidente uscente Macron e la storica sfidante Le Pen, nella notte sono scoppiati disordini a Rennes e Lione. Centinaia di persone si sono radunate per le strade dopo l'annuncio del risultato elettorale, provocando danni.
Circa 500 persone, per lo più giovani, hanno marciato per le vie di Rennes cantando slogan anticapitalisti e antifascisti. Alcuni di loro hanno danneggiato gli arredi cittadini e rotto le finestre di diverse banche. In una piazza del centro è stato poi appiccato un incendio con materiale preso da cantieri edili. Per questo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. A Lione, invece, è partita una manifestazione nel 1° arrondissement di Lione. Un centinaio di persone sono andate nel municipio distrettuale e hanno rotto una cabina elettorale e una finestra. Per il mini-sindaco della zona, Yasmine Bouagga, i manifestanti "hanno lanciato proiettili". La polizia è quindi intervenuta in entrambe le città per disperdere i cortei.
Sull'emittente Cnews il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha commentato i disordini attribuendone la responsabilità alla sinistra radicale. "Quello che dicono le informazioni – ha spiegato- è che si tratta dell'estrema sinistra, che non confondo con gli amici di Jean-Luc Mélenchon (il terzo arrivato al primo turno delle elezioni n.d.r.)".
Intanto, seppur né Macron, né Le Pen abbiano ancora commentato il risultato elettorale, l'Eliseo ha annunciato un grande comizio all'aperto dell'attuale Presidente: si terrà la prossima settimana a Marsiglia. Non solo, Macron intende ora aumentare in maniera significativa i suoi interventi sui media in vista del ballottaggio del 24 aprile. Finora, infatti, i media francesi lo hanno dipinto come praticamente assente dal dibattito pubblico, per via della guerra in Ucraina e del ruolo diplomatico di primo piano che ha la Francia in questa crisi. Il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha commentato i risultati elettorali dicendosi "né preoccupato, né sollevato" e confermando che ora il presidente "andrà ad incontrare i francesi" facendo entrare nel vivo la campagna elettorale.
Dall'altro lato della barricata il sindaco di Béziers, quel Robert Ménard molto vicino a Le Pen, invita la candidata a "prendere le distanze" da "una destra arretrata, che Eric Zemmour ha incarnato molto bene". Continua dunque il pressing di una parte importante dell'area politica della leader di Rassemblement National a continuare lo spostamento al centro che si è visto in campagna elettorale, con un inedito europeismo. L'obiettivo di Le Pen è non ripetere l'errore del 2017, polarizzando il voto tra radicali e fronte repubblicano: una strategia che ha favorito Macron. Difficile, però, sarà rinunciare a quel 7% di elettori che ha votato per Zemmour, il candidato più a destra dello scacchiere politico francese, il cui partito ha già indicato ai propri elettori di votare Le Pen.
Il 20 aprile i due candidati al ballottaggio si sfideranno in tv per il tradizionale confronto prima del voto. Entrambi proveranno a convincere quel 26% di francesi che non ha votato, facendo segnare un tasso di astensione mai così alto dal 2002.