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Elezioni in Bielorussia, queste tre donne stanno combattendo la più grande sfida politica del 2020

Svetlana Tikhanovskaya, Veronika Tsepkalova e Maria Kolesnikova sono le tre donne che domenica sfideranno alle urne il presidente-dittatore della Bielorussia Aleksandr Lukashenko. Perderanno, ma per la prima volta la loro sfida sembra davvero far vacillare il regno dell’ultimo tiranno d’Europa. Non lasciamole sole.
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Dimenticate il Coronavirus, Conte e Salvini, almeno fino a domenica. E stampatevi in testa questi tre nomi: Svetlana Tikhanovskaya, Veronika Tsepkalova e Maria Kolesnikova. Se proprio non riuscite a ricordarvi i nomi, provate con le facce. E se non riuscite nemmeno con le facce, prendetevi due minuti per leggere la loro storia.

Domenica 9 agosto, Svetlana, supportata nella sua battaglia da Veronica e Maria, sfiderà il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko. Oddio, comunemente Lukashenko è considerato un dittatore. È presidente della Bielorussia dalla sua fondazione, nel 1994, ed è attualmente candidato al suo sesto mandato. Alle elezioni non ha mai preso meno dell’80% dei consensi, ma le elezioni bielorusse non sono mai state considerate valide dagli osservatori internazionali. Libertà di parola e di stampa e arresti degli oppositori politici sono all’ordine del giorno in Bielorussia, che è pure l’ultimo Paese europeo in cui vige ancora la pena di morte.

Nemmeno le elezioni del 2020 avrebbero fatto eccezione, probabilmente, sebbene la situazione disastrosa dell’economia e il crescente malcontento della popolazione avevano portato la cittadinanza bielorussa a firmare in massa a favore di candidati alternativi a Lukashenko.  Nel silenzio dell’opinione pubblica globale terrorizzata dalla pandemia di Coronavirus, il presidente-dittatore pensava di risolvere la questione con il suo solito repulisti pre-elettorale: ha arrestato due aspiranti sfidanti, centinaia di loro sostenitori e una ventina di giornalisti.

Tutto risolto? No. Perché Lukashenko non aveva considerato una donna. Anzi, tre. La prima, la casalinga 37enne Svetlana Tikhanovskaya, moglie di Serghei Tikhanovsky, YouTuber bielorusso che girava il Paese dando voce ai problemi della gente comune, che Lukashenko ha sbattuto in galera a maggio. La seconda,  Veronika Tsepkalova, moglie di Valery Tsepkalo, ex ambasciatore bielorusso negli Usa ed ex capo del Parco dell'Alta tecnologia di Minsk, costretto a scappare in Russia con i figli, per evitare il carcere, dopo che si era candidato a sfidare Lukashenko. La terza, Maria Kolesnikova, collaboratrice di Victor Babariko, ex chief executive della filiale bielorussa di Gazprombank, anche lui candidato contro il presidente, anche lui arrestato.

Svetlana Tikhanovskaya è stata fatta candidare, probabilmente, perché Lukashenko e i suoi non la consideravano un problema: del resto è donna, giovane e casalinga, del tutto priva di esperienza politica. Eppure non c’è  giorno in cui non si registri una bagno di folla per Svetlana, in ogni angolo del Paese si presenti. Probabilmente non basterà e domenica sera assisteremo al solito plebiscito per Lukashenko, che per vincere e non apparire indebolito agli occhi della nomenclatura – i brogli e le intimidazioni evidentemente sono già di per se considerate parte del sistema elettorale bielorusso – ha bisogno di prendere più dell’80% dei consensi.

Quel che succederà dopo è terra ignota. C’è chi dice che dopo le elezioni scatterà la repressione. Chi dice che una vittoria “troppo” schiacciante di Lukashenko potrebbe innescare le proteste della popolazione e dar vita a una vera e propria rivolta della popolazione. C’è chi spera – ma sono in pochi – che Lukashenko inizierà finalmente una transizione democratica dell’ultima enclave davvero totalitaria d’Europa. Comunque vada, la battaglia di Svetlana Tikhanovskaya, Veronika Tsepkalova e Maria Kolesnikova avrà bisogno dell’attenzione di tutti noi. Il mondo ha bisogno di nuove democrazie, di tiranni deposti, di giovani e di donne che si mettono in testa a movimenti di liberazione. Ma loro, Svetlana, Veronika e Maria, hanno bisogno di noi. Non dimentichiamole.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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