Egitto, violenta battaglia tra i sostenitori e gli oppositori di Mubarak
Dopo l'annuncio del presidente egiziano, Hosni Mubarak, di lasciare il potere solo dopo le elezioni presidenziali previste per settembre, i suoi sostenitori sono scesi in strada per rompere la concentrazioni di oppositori in piazza Tahir, epicentro da nove giorni della rivolta contro il regime.
"All'inferno Mubarak! " cantano migliaia di manifestanti da questa mattina, "Vattene Mubarak!", hanno insistito, ignorando l'invito di questa mattina dell'esercito che li aveva esortati a tornare alla normalità ed a ritornare nelle loro case. Nel primo pomeriggio centinaia di persone si sono riunite in piazza Tahrir per mostrare il loro sostegno al presidente al grido di: "Noi amiamo Mubarak, è nostro padre e il nostro presidente!". Le grida a favore del presidente hanno fatto infuriare gli oppositori di Mubarak e gli insulti iniziali tra le fazioni, sono presto culminati in scontri violenti.
Infatti è con un atteggiamento molto violento che i sostenitori del dittatore sono entrati nella piazza nonostante i cordoni creati dai gruppi anti-Mubarak, ed hanno scatenato una vera e propria battaglia con pietre e bastoni, tra la fuga precipitosa di molti manifestanti, con persone ferite e addirittura cariche a dorso di cavalli e cammelli. Secondo diverse agenzie si contano molti feriti e pare anche delle morti.
I soldati presenti in piazza non sono intervenuti nè a favore degli uni nè degli altri, limitandosi a intimare la calma con i megafoni. Le immagini di Al Jazeera (televisione oscurata dal regime per alcuni giorni), mostrano pugni, gente che fugge impaurita, una pioggia di pietre e le cariche dei cavalli e dei cammelli, (che secondo gli oppositori, erano di poliziotti in borghese, nonostante il Ministero degli Interni continui a negarlo), con donne e bambini che cercavano di scappare dalla mischia furibonda.
Alla vista dei disordini, il leader dell'opposizione, Mohamed El Baradei, premio Nobel per la Pace ed ex direttore dell'Organizzazione Internazionale dell'Energia Atomica, ha accusato il regime di Mubarah di attuare una "tattica del terrore". "Sono molto preoccupato, è un nuovo sintoma, una nuova indicazione di un regime criminale che continua a commettere atti criminali". "Il mio timore è che questo diventi un bagno di sangue", ha detto, qualificando i sostenitori di Mubarak come una "banda di delinquenti".