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Egitto, sfingi e piramidi “in prestito” a paesi stranieri per estinguere i debiti

La proposta governativa esiste: dare in concessione i beni archeologici per estinguere il debito e rilanciare l’economia.
A cura di Danilo Massa
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sfinge giza

Che la crisi economica aguzzi l'ingegno e faccia parlare di creatività, lo sappiamo bene anche noi italiani. Tuttavia non può lasciare indifferenti la proposta del governo egiziano di dare in concessione le proprie bellezze storiche, sfingi e piramidi in testa. La notizia è stata data da Al Arabiya, l'emittente degli Emirati Arabi Uniti che ha inoltre riferito che sarebbe stata già avanzata una proposta economica dal Qatar. La concessione avrebbe un valore di 200 miliardi di dollari – sufficiente ad estinguere in colpo solo il debito pubblico dell'Egitto – e includerebbe le piramidi di Giza, la Sfinge e i templi di Abu Simbel e di Luxor. Adel Abdel Sattar, segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità, ha confermato l'esistenza della proposta governativa, ma non l'interessamento del Qatar. Lo stesso Abdel Sattar si è mostrato critico rispetto ad un'eventuale cessione, ma lo stop principale viene proprio dal Ministero delle antichità, che ha espresso un parere legale contrario. Al di là delle considerazioni di ordine morale, bisogna anche considerare che, per quanto la concessione vada intesa a tempo limitato, l'indisponibilità di quei beni storici potrebbe tradursi in una riduzione degli incassi derivati dalle attività turistiche, riducendo di fatto il valore complessivo della concessione stimato intorno ai 200 miliardi di dollari.

[Foto da Wikipedia]

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