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Egitto, scontri e feriti tra polizia e dimostranti che chiedono elezioni libere

Ancora incerto il bilancio di morti e feriti dopo gli scontri avvenuti al Cairo. I dimostranti manifestano contro le violenze dello scorso mercoledì e chiedono al Consiglio supremo delle forze armate di consegnare i poteri per svolgere elezioni presidenziali regolari il prossimo 23 e 24 maggio.
A cura di Antonio Palma
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Egitto, scontri e feriti tra polizia e dimostranti che chiedono elezioni libere

Nuovi scontri  in Egitto dopo le violenze di mercoledì che erano costae la vita ad una ventina di persone. Gli scontri di oggi sono avvenuti a seguito di una manifestazione al Cairo in Piazza Tahir, quando alcune persone hanno cercato di raggiungere il ministero della Difesa. I dimostranti chiedono al Consiglio supremo delle forze armate a meno di un mese dalle prossime elezioni presidenziali di consegnare i poteri per garantire il normale svolgimento del voto.

Incertezza sul bilancio degli scontri – Dalle prime notizie non si hanno dati certi, infatti, se per alcune emittenti televisive gli scontri con le forze di sicurezza avrebbero causato  almeno un morto e numerosi feriti tra militari e civili, da fonti del Ministero della Sanità, invece, si afferma che gli scontri non hanno provocato nessun morto, ma solo 4 feriti tra i manifestanti oltre a quelli delle forze di sicurezza. I disordini sono avvenuti nel quartiere di Abassiya, che ospita il Ministero, che era già stato al centro degli scontri di mercoledì. Il clima già teso all’inizio della protesta è degenerato quando alcuni manifestanti hanno iniziato a lanciare sassi e a tagliare il filo spinato posto a protezione del Ministero della difesa dalla Polizia. A questo punto i militari avrebbe reagito usando cannoni ad acqua e, da alcune testimonianze sembra sparando colpi in aria.

I manifestanti chiedono elezioni libere – La manifestazione di oggi era stata organizzata in primis in segno di solidarietà con le vittime di mercoledì, ma era anche l’ennesima protesta attraverso la quale la popolazione chiede ai militari di lasciare il potere e rivendica per il 23 e 24 maggio elezioni regolari per sceglier il successore di Mubarak. Sulle prossime elezioni infatti gravano pesanti  accuse di brogli e paura di manipolazione del voto anche a seguito dell’esclusioni di candidati per motivi poco chiari. Nella zona la tensione resta alta e continua ad essere presidiata dai militari per paura di nuovi scontri. Alla protesta hanno preso parte anche persone provenienti da altre aree dell'Egitto e raggruppa diversi partiti e movimenti, che chiedono tutti la stessa cosa: la riconsegna del potere ai civili da parte dei militari, per assicurare che il dopo Mubarak nasca sotto l’auspicio di lezioni libere e regolari, non fidandosi della promessa dei militari che si sono impegnati a garantire elezioni trasparenti  e a cedere i poteri appena ci sarà il vincitore definitivo.

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