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Egitto, nella notte 16 morti e 200 feriti. Morsi resiste: “Pronto a morire”

Violenti scontri nella notte di martedì a Il Cairo tra sostenitori di Morsi e le forze dell’ordine. Il Presidente egiziano ha assicurato di essere pronto a dare la propria vita, ma anche l’esercito ha annunciato di essere pronto a morire per difendere il popolo.
A cura di Antonio Palma
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Situazione sempre più pericolosa in Egitto dove nonostante le proteste di piazza e gli ultimatum delle opposizioni e delle forze armate, il Presidente Mohamed Morsi non molla e in tv ha spiegato di essere pronto una resistenza ad oltranza e a dare anche la vita per sostenere la legittimità del suo potere. Martedì sera con un discorso alla nazione Morsi infatti ha rigettato gli ultimatum annunciando "Non mi lascerò dare ordini, né dall'interno né dall'estero" perché "Sono il primo leader dell'Egitto eletto democraticamente e solo la legittimazione costituzionale garantisce che non ci sarà guerra civile".  "Proteggerò la legittimità, il prezzo è la mia stessa vita" ha concluso il presidente egiziano. Altrettanto bellicose però sono risultate le parole del Consiglio supremo militare che ha fatto sapere di essere pronto a morire per difendere il popolo dell'Egitto ma anche a sciogliere il Parlamento e a sospendere la Costituzione.

Intanto martedì sera nuovi violenti scontri di piazza tra forze di polizia e sostenitori di Morsi che rischiano di far cadere il Paese arabo in una sanguinosa guerra civile. Secondo quanto reso noto dal ministero della Sanità, il bilancio degli scontri avvenuti vicino alla zona dell'Università de Il Cairo sarebbe di 16 morti e oltre 200 feriti mentre alcuni testimoni parlano anche di numerosi colpi di arma da fuoco sparati in piazza. I Fratelli musulmani, il movimento del presidente egiziano, ha lanciato un appello al martirio per fermare quello che considera un vero e proprio colpo di stato. Scontri tra i seguaci del presidente Morsi e le Forze dell'ordine sono proseguiti quindi per tutta la notte in vari punti della capitale.

Oggi scadranno gli ultimatum a Morsi e la situazione è destinata ad evolversi presto.  Al di là delle dichiarazioni il presidente egiziano deve far i conti con le numerose defezioni nel suo stesso governo oltre che con la pressione interna dei manifestanti e quella internazionale. Intanto i gruppi dell'opposizione hanno scelto come rappresentante per i negoziati sul futuro del Paese Mohamed el-Baradei, l' ex capo dell'Aiea e Premio Nobel per la Pace nel 2005 che si era presentato alle prime elezioni presidenziali del dopo Mubarak ma poi si era ritirato.

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