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Egitto, l’esercito inizia il dialogo politico con i giovani

I giovani egiziani sono sempre più i veri protagonisti della rivoluzione che ha trovolto il vecchio regime di Mubarak. Proprio con i giovani l’esercito ha iniziato un dialogo per portare l’Egitto verso la democrazia.
A cura di Cristian Basile
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L'esercito egiziano ha fretta, vuole avviare al più presto un nuovo percorso per l'Egitto iniziando col conoscere le persone che si opponevano a Mubarak prima che loro stessi dessero la spallata decisiva al dittatore. Mentre domenica iniziava a diffondersi la notizia che il rais si trova in precario stato di salute, i generali del Consiglio Supremo delle Forze Armate si sono riunite con l'opposizione. Si trattava del primo incontro che ha avuto come protagonisti i giovani che hanno promosso la rivolta iniziata il 25 gennaio.

Una nuova tappa della rivoluzione egiziana, durante la quale i politici guardano da dietro le quinte i giovani che guidano il paese nei primi passi verso la transizione democratica. Il consiglio supremo delle Forze Armate, rappresentato dai generali Mahmoud Hijazi e Abdel Fattah hanno avuto un incontro con otto portavoce dei movimenti giovanili durante il quale i giovani hanno avanzato le loro principali richieste per la transizione democratica, tra cui, la creazione, nei prossimi dieci giorni, di un comitato costituzionale che elabori una nuova Magna Carta che dovrà votarsi in un referendum entro due mesi ed il mantenimento dell'attuale Governo solo per il tempo necessario per avviare le riforme.

Il comunicato che hanno promulgato oggi stesso sembra rispondere punto per punto alle aspettative di coloro che per 18 giorni hanno manifestanto contro il regime di Mubarak. Mentre continuano intanto le speculazioni sul presunto precario stato di salute dell'ex-presidente, il Consiglio Supremo militare è tornato questo lunedì a chiedere alla nazione e specialmente alle migliaia di lavoratori che hanno scioperato in tutto il paese, di tornare al lavoro "per far fronte a questa fase critica, fino a che l'autorità sia trasferita ad un legittimo potere civile, eletto dal popolo e che si incaricherà dello sviluppo democratico egiziano".

Confidando nelle parole dei militari, i giovani hanno annunciato quelle che saranno le richieste che metteranno sul tavolo dei negoziati: un documento di 15 punti nel quali si richiede, oltre alla menzionata riforma costituzionale, la liberazione dei prigionieri politici e, dopo l'annullamento dello stato d'emergenza, la formazione di un Governo tecnico che faciliti la transizione ( con membri che non potranno concorrere alle prossime elezioni parlamentari o presidenziali) e che sia guidato da una persona che goda della fiducia della gente. Hanno inoltre espresso la loro disponibilità ad un impegno da parte di tutti i partiti, pur notando che i politici "stanno trovando molto difficile conciliare le posizioni tra di loro." Qualcosa che i giovani, invece, sembrano fare con facilità.

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