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Egitto di nuovo nel caos: morti e feriti negli scontri

Secondo fonti pro Morsi durante la manifestazione sarebbero stati esplosi colpi di arma da fuoco che avrebbero colpito alcune persone. L’esercito egiziano e la tv di stato però smentiscono.
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO 22.30 –  Morti e feriti negli scontri – Sarebbe di almeno dieci morti il bilancio provvisorio degli scontri avvenuti venerdì in Egitto tra opposte fazioni ed esercito egiziano. Quattro vittime sono poliziotti uccisi nell'assalto di attivisti pro Morsi ad una postazione al confine con Israele nel Siani, mentre gli altri morti secondo i Fratelli musulmani sarebbero manifestanti colpiti dall'esercito durante le proteste davanti alla sede della guardia repubblicana al Cairo dove si ritiene sia detenuto il presidente destituito. Le due opposte fazioni sono riunite in piazza è si stanno preparando per fronteggiarsi, dopo la decisione dei fratelli musulmani  di voler rimanere in piazza, il movimento Tamarroud contro Morsi ha chiamato alla mobilitazione generale a partire da sabato 6 luglio. I militari per il momento si frappongono tra le due masse e  a breve sarà annunciato il coprifuoco.

Migliaia di sostenitori di Mohamed Morsi stanno manifestando in queste ore a Nasr City, nella capitale egiziana, per protestare contro il colpo di stato militare che ha decretato la cacciata dell'ex presidente. Alcune fonti hanno affermato che sarebbero stati esplosi colpi di arma da fuoco e che ci sarebbero alcuni morti e numerosi feriti. In alcune zone, infatti, si fronteggiano apertamente militanti dei Fratelli Musulmani e cittadini che negli ultimi giorni, con il sostegno delle forze armate, hanno voluto il golpe. Il rischio di ulteriori incidenti è altissimo, anche perché il momento della massima affluenza è previsto per il termine della preghiera di oggi pomeriggio, in risposta alla chiamata da parte di una coalizione di gruppi islamici guidata dai Fratelli Musulmani. L'iniziativa, chiamata "venerdì del rifiuto" chiarirà una volta per tutte se Morsi ha ancora l'appoggio popolare di un'ampia fetta del paese. Il giornalista di Al Jazeera Elshayyal Jamal tuttavia sostiene che quella di oggi non sia soltanto una manifestazione pro-Morsi: "E' molto di più. si tratta di un tentativo di resistere al colpo di stato militare e di ripristinare un governo che, è importante ricordare, era stato il primo eletto democraticamente nella storia dell'Egitto".

Mansour scioglie il Parlamento – L'esercito e la tv di stato egiziana intanto smentiscono la notizia dei morti durante le manifestazioni pro Morsi. Contrariamente ai giornalisti  la televisione pubblica parla solo di scontri mentre un portavoce militare ha spiegato che l'esercito egiziano non ha sparato contro i manifestanti pro Morsi al Cairo, ma ha usato gas lacrimogeni e proiettili a salve. Per quanto riguarda il governo del Paese invece continua l'opera del presidente egiziano ad interim, Adly Mansour, che oggi, come ha riportato sempre la tv di stato, ha sciolto la camera alta del parlamento e ha nominato anche il nuovo capo dell'intelligence.

Il leader dei Fratelli Musulmani: "Pronti a morire" –  Mentre i manifestanti continuano a parlare di morti causati dai colpi dei militari durante le proteste di piazza, sul palco della manifestazione pro Morsi è ricomparso anche il leader dei Fratelli Musulmani che si riteneva fosse stato arrestato dopo la deposizione del Presidente Morsi ad opera dell'esercito. Di fronte alla folla urlante il leader e guida spirituale di Fratelli musulmani Mohammed Badie ha lanciato messaggi bellicosi ai militari e alle opposizioni garantendo che il gruppo non aderirà mai ad un governo di coalizione nazionale dopo il golpe. "Non sono in fuga, non mi hanno arrestato" ha esordito Badie, aggiungendo "A tutti gli egiziani dico Morsi è il vostro presidente". "A coloro che hanno rovesciato il presidente diciamo siate saggi" ha proseguito Badie, aggiungendo "Rimarremo qui fino a quando Morsi non sarà rilasciato". Rivolto poi ai militari il leader dei fratelli musulmani  ha tuonato "L'esercito torni agli egiziani. L'esercito deve restare lontano dalla politica, l'Egitto non conoscerà mai più il potere militare. Non possiamo rinunciare a Morsi presidente se non col sacrificio della nostra vita".

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