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Egitto, denuncia molestie in un video facebook: turista condannata a 8 anni di carcere

La 24enne libanese Mona el-Mazboh aveva denunciato sui social di essere stata molestata continuamente in strada. Arrestata e condanna alla massima pena per aver deliberatamente diffuso false notizie che creano allarme sociale oltre ad aver vilipeso la religione.
A cura di Antonio Palma
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Poco prima della sua ripartenza aveva deciso di denunciare in un video su facebook le continue molestie sessuali che aveva dovuto subire per strada e nei locali nel suo tour nel Paese oltre a varie altre peripezie di cui era stata vittima. Tanto è bastato però perché una turista fosse arrestata in aeroporto,  processata e condannata addirittura a 8 anni di carcere dalle autorità egiziane. È quanto accaduto a una turista libanese giunta in Egitto in occasione del Ramadan, Mona el-Mazboh, che si è ritrovata al centro di un assurdo processo  davanti al tribunale del Cairo con l'accusa di aver diffuso deliberatamente false voci che avrebbero danneggiato la società, attaccando la religione e l'indecenza pubblica.

Nel video, diventato poi virale e per questo balzato agli occhi della censura locale, la ventiquattrenne si lamentava di essere stata continuamente molestata dai tassisti e dai giovani uomini per strada, ma anche dei pessimi servizi di ristorazione durante il mese sacro del Ramadan e di un incidente in cui le erano stati rubati dei soldi durante un precedente soggiorno. Nel video era arrivata  a dire che l'Egitto "è un paese figlio di…". Uno sfogo che però le è costato carissimo. Un giudice locale l'ha condannata per aver deliberatamente diffuso false notizie che creano allarme sociale oltre ad aver vilipeso la religione.

Un tribunale d'appello ora valuterà il caso il 29 luglio prossimo. L'avvocato di Mazboh, Emad Kamal, pare fiducioso su un possibile sconto di pena visto che il giudice ha applicato la massima sanzione per questo tipo di reati. A favore della donna il legale ha detto di aver presentato documenti medici che attestano un intervento chirurgico che Mazboh ha subito nel 2006 per rimuovere un coagulo cerebrale e che ha compromesso la sua capacità di controllare la rabbia. La condanna della donna però ha riacceso i riflettori su un Paese dove gli attivisti per i diritti denunciano la peggiore repressione dalla salita al potere del generale Al Sisi, accusandolo di aver cancellato le libertà conquistate nella rivolta della primavera araba del 2011 che ha messo fine al governo trentennale di Hosni Mubarak.

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