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Egitto, continuano le proteste: il Governo offre le dimissioni (VIDEO)

Decide di migliaia di dimostranti continuano a protestare, malgrado la repressione, contro l’operato delle forze armate mentre i Fratelli musulmani fanno un passo indietro per non trascinare il popolo verso nuovi scontri. Il Governo del Paese intanto avrebbe presentato le dimissioni. La situazione resta però ancora confusa.
A cura di Susanna Picone
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Egitto: ancora scontri a piazza Tahrir

Il Governo intanto decide di dimettersi

Egitto, continuano le proteste: il Governo offre le dimissioni (VIDEO)

La giornata di ieri in Egitto si è chiusa con un bilancio grave e ancora non del tutto definito: secondo le stime ufficiali le vittime sono almeno 24 ma altre fonti continuano a parlare di un numero molto più alto che andrebbe oltre le 40 unità, innumerevoli anche i feriti che si contano a centinaia.

I dimostranti egiziani sono scesi ieri nuovamente in piazza Tahrir per chiedere la fine dello strapotere militare e l’insediamento di un governo di civili mentre la “risposta” della polizia è stata quella vista già nel precedente weekend: per disperdere la folla ed evitare che i dimostranti potessero raggiungere il Ministero dell’interno gli scontri sono stati molto violenti con armi da fuoco e gas lacrimogeni.

Il Governo del Paese lascia

Mentre cala il tramonto su piazza Tahrir inizia a girare la voce di una possibile rinuncia del governo guidato dal premier Essam Sharaf che avrebbe presentato le proprie dimissioni al Consiglio Supremo delle Forze Armate. La situazione però è piuttosto confusa e la rinuncia dell’esecutivo non sarebbe ancora stata formalmente accettata dal Csfa.

Le richieste dei dimostranti

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Intanto i dimostranti continuano a formulare delle specifiche richieste contro il Consiglio Superiore delle Forze Armate: ritiro della polizia dalla piazza e dimissioni di diversi ministri. L’intenzione dei manifestanti è quella di non lasciare piazza Tahrir fino a quando le cose non saranno cambiate, pretendono anche di conoscere con precisione il calendario della transizione tuttora molto vago.

I Fratelli musulmani non parteciperanno alle prossime proteste

Intanto la maggiore forza politica del Paese, i Fratelli musulmani, hanno deciso di non partecipare alle prossime proteste previste, malgrado la repressione, in piazza Tahrir al Cairo: una decisione che nasce della “preoccupazione di non trascinare il popolo verso nuovi scontri sanguinosi con le parti che cercano ulteriori tensioni”.

Il Consiglio Supremo delle Forze Armate intanto ha espresso, in una nota diffusa dall’agenzia di stampa ufficiale Mena, il “profondo rammarico per le vittime di questi dolorosi incidenti” e ha invocato “il massimo grado di autocontrollo”.

Contro l’operato dei militare egiziani è arrivata anche la denuncia di Amnesty International, secondo cui i vertici al potere sono venuti meno alla promessa di migliorare i diritti umani e che, in alcuni casi, hanno persino fatto peggio rispetto all’era di Mubarak.

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