Ecuador, scandalo pedofilia: almeno 100 bimbi drogati e abusati a scuola
“Ho abbracciato mio figlio e mi ha raccontato tutto: mi ha detto che un professore gli faceva delle cose orribili. Gli dava delle caramelle che avevano uno strano sapore e lo facevano stare male. Poi lo violentava mentre scattava delle fotografie”. La denuncia di Martha, la mamma di Christian (un nome di fantasia), di soli 7 anni, ha permesso di scoprire che almeno 100 bambini avevano subito abusi sessuali in una scuola elementare in Ecuador.
Martha aveva notato che il comportamento del figlio era cambiato. Non voleva più andare a scuola né fare i compiti; gli insegnanti gli avevano detto che era diventato aggressivo. Preoccupata cominciò a cercare informazioni che la aiutassero a superare le difficoltà del bambino e fu così che scoprì che tra le cause poteva esserci l’abuso sessuale. Con poche domande la mamma capì che le violenze avvenivano a scuola. All'inizio il bambino raccontò che la vittima era un suo amico. Solo alcuni giorni dopo il piccolo confessò che un professore del centro scolastico stava abusando di lui e di altri suoi compagni di classe. “Quando andiamo in bagno – il suo racconto alla madre – ci segue e chiude la porta”. Poi le peggiori violenze carnali. Era settembre e Martha andò immediatamente a parlare con la direttrice del centro scolastico. Ma la risposta della responsabile fu disarmante: “Mi ha detto che si trattava solo di ipotesi, che molto probabilmente il bambino stava mentendo – continua la donna – e non era il caso di provocare inutili allarmismi”. Da quel giorno, però, Martha ha iniziato la sua battaglia per scoprire chi fossero i responsabili delle violenze. Dopo aver incontrato altri genitori è venuta a galla la verità: anche i loro figli di 6, 7 e 8 anni erano stati abusati sessualmente dagli insegnanti della scuola.
Lo scandalo che sta scuotendo la società ecuadoregna è scoppiato il pomeriggio del 6 ottobre quando il procuratore César Peña e la polizia specializzata in minori (Dinapen) hanno fatto irruzione nella scuola Aguirre Abad, un centro scolastico della zona più povera di Guayaquil. La direttrice ha cercato di impedire l’ingresso degli agenti che sono stati costretti a scavalcare un muro per entrare nell'istituto. Uno dei sospetti autori delle violenze è stato arrestato mentre si trovava nella scuola, mentre il secondo è riuscito a fuggire. Il ministero dell’interno ecuadoregno ha messo una taglia di 10.000 dollari per consentire la sua cattura.
L’esame medico-psicologico ad alcune delle vittime ha permesso di scoprire che sono già cinque i casi di stupro avvenuti nei bagni della scuola durante la ricreazione. Nel telefono di uno degli arrestati, la polizia ha trovato materiale pedo-pornografico ed è emerso che i bambini venivano fotografati durante le violenze. "Mio figlio mi ha raccontato che gli davano delle caramelle che gli facevano girare la testa – ha raccontato il padre di uno dei piccoli – poi lo portavano in bagno e gli toccavano le parti intime”. Dopo le numerose denunce altri due insegnanti sono stati arrestati.
Secondo quanto ha dichiarato la procuratrice, Patricia Morejón, sarebbero almeno 100 i piccoli costretti a subire le violenze. “Dobbiamo continuare a indagare anche gli anni precedenti, la questione è molto delicata”, ha detto Morejón. Non è la prima volta che l’Ecuador deve fare i conti con gli stupri nelle scuole. Nel 2010, 41 bambini tra i 10 e 11 anni furono violentati in una scuola della capitale, Quito. Nell'aula della scuola navale Mayor Pedro Traversari (Ampetra) dove avvenivano le violenze una targa recita: “In memoria delle vittime di abusi infantili del sistema educativo”. Secondo i dati ufficiali, tra il 2014 e il 2017, nei centri educativi dell’Ecuador ci sono stati quasi 900 casi di molestie e violazioni dell'integrità sessuale dei minori, di queste il 65% è stato commesso dal personale scolastico.
Il ministro dell’Istruzione ecuadoregno, Fander Falconí, ha ammesso che negli abusi della scuola elementare di Guayaquil ci sono state evidenti negligenze da parte della autorità educative di fronte alle denunce dei genitori dei bambini. La direttrice della scuola è stata allontanata; gli insegnanti arrestati sono accusati di abuso sessuale, pornografia infantile e stupro: per loro, la pena prevista va dai 19 ai 22 anni di carcere. Mentre le indagini continuano per accertare altri possibili casi di violenza, i bambini stanno ricevendo trattamento psicologico per cercare di superare il trauma anche se, come ricorda uno dei genitori, “quello che gli hanno fatto non si potrà mai più cancellare”.